Green Pass, è caos negli aeroporti. Babele di procedure e code raddoppiate: «Si rischiano fino a 8 ore di attesa»
Dopo quasi due giorni dal via libera al Green Pass europeo, il rischio caos negli aeroporti sembra già uno dei più grandi problemi da risolvere. A segnalarlo sono le stesse compagnie aeree e gli aeroporti che da ieri, 1° luglio, giorno dell’entrata in vigore della carta verde, mettono in guardia su una babele di regolamenti e modalità di controllo difficili da gestire. Secondo quanto segnalato, tra i 27 Paesi membri in cui grazie alla certificazione verde Covid-19 ci si potrà spostare senza obblighi di quarantene o di tamponi (in caso di vaccinazione avvenuta), esistono almeno 10 modalità di verifica di uno stesso Green Pass. Una disomogeneità di procedimenti e iter che ha spaventato le compagnie soprattutto in merito al servizio da dover fornire.
Nella lettera scritta dal Consiglio Internazionale Aeroporti ai primi ministri di tutta Europa, riportata già da Open nella giornata del via libera ufficiale, uno dei nodi più preoccupanti è quello dei controlli. «I certificati digitali sono progettati per mostrare, tramite codici QR, se i passeggeri sono completamente vaccinati, hanno l’immunità dovuta al recente recupero da COVID-19 o hanno avuto un test negativo. Il punto è che richiedono controlli aggiuntivi e l’attrezzatura giusta per leggere i codici», scrive il Consiglio nella missiva. Servono sistemi più veloci e aggiornati che consentano di eseguire verifiche non esclusivamente manuali così come accade ancora in molti casi.
July 1, 2021
Aumento dei tempi per il check-in fino a 8 ore
«La quantità di verifiche ancora eseguite manualmente negli aeroporti rende il tutto ancora più complicato» spiega il direttore generale di Aci Europe Olivier Jankovec, «il tempo passato negli aeroporti durante un viaggio è raddoppiato a 3 ore da un’ora e mezza prima della pandemia» continua, «se non venissero apportate modifiche e la capacità tornasse ai livelli pre-COVID, ciò potrebbe teoricamente aumentare fino a 5 o addirittura 8 ore, inaccettabili». E proprio sui tempi di permanenza in aeroporto si preoccupa anche l’Organizzazione internazionale di compagnie aeree IATA: «Ai valori attuali di traffico, ancora lontani da quelli pre-Covid, i passeggeri stanno perdendo in media un’ora e mezza in più in aeroporto, cioè il doppio del solito», dice il direttore generale Willie Walsh, con un aumento del tempo per il check-in del 500%. «Quando i flussi torneranno al 75% dei livelli del 2019», continua la Iata, «il tempo richiesto dall’ingresso al terminal fino all’imbarco può toccare le 6 ore soprattutto per i controlli sanitari richiesti ai banconi dell’accettazione o ai controlli di frontiera. Agli stessi volumi del 2019, invece, si raggiungerebbero le 8 ore».
June 29, 2021
Mancano i dispositivi per controllare i QR code
«L’unico modo per evitare enormi code e ritardi durante l’alta stagione estiva è implementare un sistema in base al quale sia il certificato di vaccinazione che i moduli per la localizzazione dei passeggeri vengono elaborati a distanza prima che il passeggero arrivi in aeroporto». La lettera del Consiglio Internazionale Aeroporti continua, avvertendo sull’alto livello di frammentazione e differenze nel controllo del certificato digitale. Non in tutti i Paesi dell’Ue al momento è possibile verificare il codice digitalmente, con la totale assenza in diverse frontiere e check-in di dispositivi di lettura adatti. E’ per questo che gli organismi delle compagnie aree A4E, IATA ed ETA suggeriscono di effettuare controlli solo nel paese di partenza e non all’arrivo al fine di snellire la procedura ed esortano i governi nazionali «a gestire i dati sanitari e fornire attrezzature adeguate per controllare i codici QR». La possibilità di viaggiare è tornata ma il rischio è quello di rendere ancora più complicata una ripartenza attesa ormai da troppo tempo.
June 29, 2021
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