Elio Vito: «Forza Italia? Non lo riconosco. Era un partito a favore dei diritti civili, oggi siamo chiusi e oscurantisti» – L’intervista
Elio Vito non è uno che le manda a dire. E lo ha dimostrato scagliandosi più volte contro il suo partito, Forza Italia, che, come denuncia lui stesso a Open, nei prossimi anni rischierà di sparire. «Io non riconosco più Forza Italia ma non la lascio. Eravamo un movimento aperto, liberale, innovatore e a tutela dei diritti civili, oggi siamo chiusi e oscurantisti. Cosa farò alle prossime elezioni? Temo che Forza Italia nemmeno si presenterà. Mi pare che la dismissione del partito sia già cominciata», ci spiega. Intanto «l’elettorato giovanile non si trova». A tal proposito proprio a Open l’ex compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, aveva denunciato che molti giovani, dopo le ultime uscite di Tajani (ma anche dello stesso Berlusconi), non voteranno più Forza Italia.
La denuncia di Francesca Pascale a Open
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Il suo sostegno al ddl Zan
«Al Pride, ad esempio, ho visto tantissimi giovani». Gli stessi che, secondo Vito, con questo atteggiamento lasceranno per sempre il partito fondato da Silvio Berlusconi. «Avete visto quello che ha detto la consigliera di Forza Italia di Cesano Boscone? Che il Pride è un ritrovo di “schizoidi e disadatti“. Queste cose succedono in un partito liberale e nessuno prende provvedimenti? Questo linguaggio non ci appartiene e serve una presa di posizione ufficiale», continua. Elio Vito, tra l’altro, è uno dei pochi parlamentari di Forza Italia che ci sta mettendo la faccia nella battaglia a favore del ddl Zan. Contro tutto e tutti.
July 3, 2021
Cosa sta succedendo in Forza Italia
Intanto Forza Italia continua ad appoggiare il testo contro le discriminazioni di Licia Ronzulli (che, intervistata da Open, ha definito «un pasticcio» il ddl Zan) e, in Senato, sembra fare fronte comune con la Lega (e da oggi anche con Italia Viva) per affossare, o quanto meno rendere tortuoso il percorso di approvazione della legge contro l’omotransbifobia. «La capogruppo Bernini al tavolo di qualche giorno fa si è portata con sé solo Malan e non Barbara Masini (pro ddl Zan, ndr), ad esempio. Così noi a favore della legge non siamo stati rappresentanti. Siamo stati esclusi, la Masini prima di tutto che è senatrice», aggiunge Vito.
Alla Camera hanno appoggiato il ddl Zan cinque deputati: «A parte me, ci sono anche Prestigiacomo, Polverini, Perego e Bartolozzi, al Senato forse sono in due. Sicuramente c’è la Masini». Non si sa la Giammanco che, da quanto apprende Open, voterà il ddl Zan a patto che venga emendato. Non così com’è. «Ma qualora dovesse esserci il voto segreto, ci saranno delle sorprese», continua Vito. In Forza Italia tanti potrebbero essere quelli favorevoli al ddl Zan ma che finora non si sono esposti per paura di andare contro il presidente Berlusconi o gli altri colleghi di partito.
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Vito contro Berlusconi e Ronzulli
A Berlusconi, che ha definito il ddl Zan un tema divisivo, «dico che il tema è urgente, i diritti non sono mai divisivi e sono tanti gli episodi di omofobia specialmente nell’ultimo periodo. Solo tre durante il Pride», tuona Elio Vito che non risparmia nemmeno la sua compagna di partito Ronzulli. «Non condivido il suo testo, non affronta i temi dell’identità di genere e della giornata contro l’omotransbifobia collocando, tra l’altro, le aggravanti al di fuori della legge Mancino», spiega. Il vero banco di prova, comunque, sarà in Senato il 6 luglio quando tutti i partiti si rivedranno per discutere del ddl Zan e per mandarlo in aula il 13 luglio.
Cosa dice il presidente Berlusconi
Ma quello che sta mettendo in difficoltà deputati e senatori di Forza Italia nelle ultime settimane sono soprattutto le parole del leader Silvio Berlusconi. «Il ddl Zan non aggiunge nulla e porta invece con sé un grave rischio, quello di limitare la libertà d’opinione», «mentre altri partiti ripropongono temi divisivi e laceranti come la legge Zan noi ci occupiamo della riforma del fisco, della burocrazia, della giustizia», scrive su Twitter. Poi, in un’intervista al Giornale di un mese fa, aggiunge che questa legge è un «grave errore» e che il rischio è che vengano “processate” le idee. Peccato che la legge non dica questo. «La difesa della famiglia tradizionale proposta come valore o l’opposizione a pratiche come la maternità surrogata – dichiara Berlusconi – potrebbero essere definite come atti di discriminazione e quindi diventare perseguibili. Si lascia una discrezionalità interpretativa che sarà fonte di un contenzioso infinito e pericoloso. Per questo non la possiamo votare». Ma nel suo partito non la pensano tutti come lui.
June 3, 2021
June 27, 2021
Foto in copertina: ANSA/SERENA CREMASCHI
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