Indagato per omicidio il bracciante che avrebbe investito le due ragazze morte in un campo: «Non mi sono accorto di nulla»
Non si sarebbe accorto di nulla il bracciante che avrebbe investito le due ragazze trovate morte ieri sera nelle campagne tra San Giuliano Milanese e Locate di Triulzi, nell’hinterland del capoluogo lombardo. L’uomo è stato rintracciato la scorsa notte dai carabinieri di San Donato Milanese che lo hanno sentito per diverse ore e dal pomeriggio di domenica risulta indagato per omicidio colposo. «Si tratta, semplicemente, di un atto dovuto» per consentire all’uomo di partecipare con un proprio consulente, se lo riterrà opportuno, a accertamenti irripetibili come le autopsie di domani, fa sapere il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro. Con lui anche il proprietario dell’azienda agricola titolare del terreno in cui è avvenuto l’incidente. Le ragazze sono state trovate morte il 3 luglio, dopo che una di loro, il giorno precedente, aveva lanciato l’allarme in una telefonata: in linea con il 112, ha raccontato che l’amica era già deceduta, mentre lei era rimasta gravemente ferita dopo che la mietitrebbia le aveva investita.
Dagli accertamenti è poi emerso che il mezzo era invece uno dedicato allo spargimento di insetticidi. Dopo la chiamata, il cellulare da cui è partito l’sos è risultato irraggiungibile. L’ultimo segnale utile alla localizzazione è stato individuato nei campi intorno a Sesto Ulteriano. Inoltre, c’è voluto l’intervento di un interprete poiché la giovane chiedeva aiuto in arabo e con toni concitati. Questa la traduzione della sua richiesta di aiuto: «Sono in un campo a Rogoredo con la mia mica Sara. Una mietitrebbia ci ha investite. Sara è morta, io sono ferita. Aiutatemi». Erano circa le 11 del mattino. Sul mezzo agricolo che ha travolto la 28enne e la 32enne sono in corso gli accertamenti.
Sentito il bracciante che avrebbe investito le due amiche nel campo di mais a San Giuliano Milanese
Le due ragazze si trovavano in un campo pieno di fusti di mais al momento dell’incidente, quindi la visuale dell’uomo alla guida potrebbe essere stata compromessa proprio dalle piante alte. Non sono stati recuperati documenti di identità vicino ai corpi, ma stando agli elementi raccolti dai Carabinieri – scrive Repubblica – la giovane che ha chiamato il numero di emergenza si chiamerebbe Hanan Nekhla, 32 anni a fine mese. Di origini marocchine e sposata con un cittadino italiano, la donna avrebbe lavorato come cameriera in un ristorante a Treviglio. Con Sara, la 28enne morta sul colpo, era diventata amica da poco tempo. Entrambe, probabilmente, condividevano il consumo di cocaina. E sarebbe questo il motivo per cui si trovavano, la mattina del 2 luglio, nei campi vicino a Rogoredo, dove ci sono i cosiddetti boschetti della droga milanesi.
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