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La vergogna dei complottisti No Vax anche sulla morte di Raffaella Carrà

05 Luglio 2021 - 21:17 David Puente
Se un Vip sostiene i vaccini e non muore "ha fatto finta", se però muore allora "è colpa del vaccino". Come ragionano, senza prove, i NoVax

Non c’è un vaccino contro la stupidità, di questo i NoVax potranno dormire notti serene. La galassia dei complottisti che vogliono imporre l’idea dei vaccini come arma per la riduzione della popolazione mondiale, seguendo come un mantra le bufale su Bill Gates & Co., era particolarmente nota per la ricerca continua di notizie dove si riportava il decesso di un bambino qualunque pur di sfruttarlo per la propria campagna di terrorismo psicologico basato sul falso. Non bastava la bufala, nata da una frode scientifica, del vaccino e l’autismo perché bisognava puntare in alto e oggi, con i vaccini anti Covid19, lo sciacallaggio è stato ampiamente incentivato sfruttando episodi come il malore di Eriksen o il decesso di Raffaella Carrà. Prove? Solo nella loro mente, o perché “l’ha detto un loro cugino”.

I complottisti No Vax dopo il malore di Eriksen anche sulla morte di Raffaella Carrà

Nel caso di Eriksen la viralità era evidente, i NoVax in massa e a livello internazionale avevano diffuso messaggi social dove associavano il malessere in campo a un vaccino anti Covid19 che non aveva mai fatto! Furono in tanti a dover smentire la notizia, a partire dai dirigenti dell’Inter dove il giocatore milita in Serie A, così come quella che il suo problema fosse dovuto a una precedente infezione da Sars-Cov-2. Per Raffaella Carrà, in Italia, una piccola schiera di utenti aveva iniziato da poco a sfruttare la notizia del suo decesso con il vaccino. Qualcuno, però, era già pronto a cercare la notizia a tal punto da rilanciarla (più volte, con più articoli) facendola diventare virale. Potete trovarli facilmente, sono quelli che negli screenshot riportano in grassetto le parole chiave di una ricerca Twitter dove sono state inserite le seguenti parole chiave: “Carrà” e “vaccino”.

Pochissimi utenti completamente anonimizzati, del tutto anonimi anche a livello mediatico, sono diventati la “notizia del giorno”. Non c’è nulla di cui stupirsi, sarebbero usciti comunque allo scoperto essendo estremamente prevedibili, la tecnica è sempre la stessa, li avremmo poi trovati in massa nei commenti a rinfacciare con estrema certezza che il decesso della showgirl o di qualunque altro personaggio noto sia per forza, senza alcun dubbio, dovuto alla somministrazione dell’arma migliore che abbiamo per porre fine a questa Pandemia che ci portiamo dietro da oltre un anno. Ormai ci sono, ormai li hanno “elevati”, ormai tocca spiegare ancora una volta come stanno le cose.

Il silenzio sulla malattia di Raffaella Carrà e le sue posizioni pro vax

Nessuno, ad oggi, ha reso noto il malanno che ha portato al decesso della 78enne storica artista italiana. Si parla di una lunga malattia per voce del regista e coreografo Sergio Iapino («Raffaella Carrà si è spenta dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia»), così come di una “perdita di peso” come intuibile dall’editoriale di Roberto Alessi a Novella2000 («Aveva 78 anni, ormai era magrissima, un lumicino che si è spento»). Come mai non se ne sapeva niente? Lo spiega ancora Iapino, definendo il silenzio della showgirl «gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei».

Ciò che ha fatto leva sui NoVax è soprattutto la posizione di Raffaella Carrà sui vaccini anti Covid19. Chi ha iniziato a pubblicare i primi messaggi social aveva sicuramente cercato con lo stesso metodo di ricerca di chi li ha fatti diventare “importanti”, utilizzando proprio le parole chiave “Carrà” e “vaccino” scovando una sua dichiarazione del dicembre 2020: «Quando toccherà a me lo farò sicuramente perché ho visto troppe persone, anche qualche amico, che ha sofferto tantissimo per combattere il Coronavirus. Allora non è meglio farsi il vaccino? Hai la libertà di uscire, di viaggiare, di rivivere praticamente». Dichiarazioni che vennero lette come un botta e risposta contro Heater Parisi, la quale si dichiarò apertamente contro la vaccinazione anti Covid19.

Raffaella Carrà si era dichiarata a favore del vaccino anti Covid19, altri come lei hanno preso posizione e si son fatti fotografare nel giorno della somministrazione, come Renato Zero o Carla Fracci. Lei no, non c’è alcuna traccia di uno scatto, di un comunicato, di qualsivoglia annuncio per dimostrare che l’evento sia avvenuto o meno. In assenza del nome della lunga malattia che l’aveva colpita nessuno è in grado di sapere, al di fuori delle persone a lei più vicine e dei medici che l’hanno seguita, se potesse o meno ricevere la dose di uno dei prodotti attualmente in uso in Italia contro la Covid19. Ora speriamo che non arrivi un Gianni Rivera a fare eco al complottismo dilagante, stavolta non da vittima dei NoVax.

In tutta questa storia c’è un’altra assurdità, un’altra delle molteplici tecniche di complottismo applicato dei NoVax: se muori è colpa del vaccino, se non muori allora è una messinscena. Episodi di questo tipo sono ricorrenti, basti pensare alla bufala su Matteo Bassetti “vaccinato 3 volte“, alla bufala della “dose diversa” ricevuta da Roberto Burioni o quella del “tappo della siringa” nella foto di Renato Zero. Strano che nessuno dei NoVax abbia attaccato Vladimir Putin per non essersi mai fotografato durante la somministrazione del vaccino Sputnik V, forse solo perché non è stato approvato in Europa o negli Stati Uniti.

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