Finito il rave nel Pisano con oltre 6 mila persone. Grave un 19enne: ha bevuto un refrigerante per auto
Si trova ricoverato nell’ospedale di Pisa in condizioni gravi un ragazzo di 19 anni, proveniente dalla Lombardia, che ha partecipato al rave party di Santa Maria a Monte. La prognosi è riservata. A ridurlo in questo stato, sarebbe stato del liquido refrigerante dei veicoli in sosta nell’area. Non è ancora chiara la circostanza che avrebbe portato il giovane a ingerire la sostanza. La questura ha parlato di «sospetta ingestione di glicole etilenico». Un altro lombardo, nelle scorse ore, è finito in ospedale: il 40enne ha riportato una sospetta frattura a un arto. Un bollettino di guerra, dunque, arriva dea rave party illegale, iniziato sabato 3 luglio e terminato oggi, 5 luglio. Degli oltre 6mila partecipanti, le forze dell’ordine sono riuscite a identificare 1.084 avventori. Gran parte di loro proviene dal Centro-Nord Italia, ma sono tanti i cittadini francesi rintracciati. Numerose presenze anche da Spagna, Svizzera e Inghilterra. Intanto, la società proprietaria della piana ha presentato querela, mentre la Digos denuncerà tutte le persone identificate per il reato di invasione di terreni aggravati. Il questore, infine, dovrebbe adottare il foglio di via obbligatorio, con divieto di ritorno fino a 3 anni.
Com’è finito il rave abusivo in provincia di Pisa
Nel corso dell’evento illegale, c’è stato persino l’arresto di un cittadino brasiliano di 38 anni residente in Campania: era il destinatario di un mandato di cattura per una precedente condanna. Denunciati, poi, per pregresse partecipazioni ad altri rave party, un pesarese e un milanese. Gli agenti hanno posto sotto sequestro il tir con targa francese dal quale veniva diffusa la musica techno. La polizia stradale, infine ha somministrato una multa di oltre 4mila euro a un italiano che, alla guida di un bus recante targa francese, ha condotto al rave party circa 50 giovani provenienti da Roma. Non si sa se ancora se la questura emetterà sanzioni amministrative per aver violato la normativa anti-Covid sul divieto di assembramento.