«Io usata e buttata via come spazzatura»: lo sfogo della ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di violenza sessuale
«L’unica cosa che sento dopo queste esperienze è di non valere niente. La gente mi usa quando e come vuole, poi mi getta via come spazzatura». È questo uno dei messaggi di S., la ragazza che accusa di stupro Ciro Grillo e i suoi tre amici Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia di violenza sessuale nei suoi confronti. Venerdì a Tempio Pausania la giudice dell’udienza preliminare Caterina Interlandi dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei quattro indagati. S. scriveva all’amica del cuore che vive in Norvegia e gli scambi tra le due ragazze, raccontati oggi da Corriere e Repubblica, sono depositati agli atti dell’inchiesta del procuratore Gregorio Capasso e della sostituta Laura Bassani. E serviranno a rispondere a Beppe Grillo che nel video su Facebook in cui difendeva il figlio accusava la ragazza di essere consenziente.
S., quando scambia i messaggi con l’amica, si trova ancora in Gallura. «Ti prometto che andrò a parlare con qualcuno, anche se non sono sicura che cambierà le cose. Chi lo sa, forse mi aiuterà a rimettermi in carreggiata. Sto accumulando troppa roba brutta, non riesco più a gestirla… diventa sempre più difficile capire perché mi accadono cose come questa e come posso fare a evitarle. Mi sento così frustrata, da impazzire. La gente mi usa e mi butta via come spazzatura. E non parlo solo delle persone che non conosco, parlo anche di quelli che considero amici», scrive. E poi aggiunge: «L’unica cosa che vorrei è ricominciare, un nuovo inizio, avere un’altra testa ed essere circondata di persone di cui mi importa veramente. Ma il mio problema è che ho perso la capacità di fidarmi della gente. E sento che sto meglio da sola». Nella vicenda Ciro Grillo è indagato insieme ai tre amici per violenza sessuale di gruppo. Secondo l’accusa, i fatti sarebbero avvenuti nella casa di Grillo a Porto Cervo in Sardegna nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019. Gli accusati ammettono i rapporti sessuali ma sostengono che la giovane fosse consenziente.
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