Arrestato in Indonesia il broker dei vip: truffò anche Antonio Conte, Lippi ed El Shaarawy
Già accusato di aver truffato decine di vip, tra cui l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte, il presunto consulente finanziario di origine campane Massimo Bochicchio è stato arrestato ieri 7 luglio in Indonesia, a Giacarta, per un’inchiesta della sezione di Polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Milano e dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi. L’accusa comparsa sull’ordinanza, in sospeso da mesi per via della permanenza all’estero di Bochicchio, è di riciclaggio internazionale con un sequestro a suo carico di circa 10,9 milioni di euro. Una somma che si aggiunge all’immobile di pregio di Cortina d’Ampezzo sequestrato in precedenza dal gip, insieme a un vaso di Picasso, altre opere di valore e 1 milione di euro su conti correnti e polizze.
Il broker che truffò Antonio Conte e Marcello Lippi
Le truffe di Bochicchio andavano avanti dal 2011. Il raggiro del broker campano è costato all’ex mister dell’Inter Antonio Conte circa 30,6 milioni di euro. Insieme a lui anche l’ex ct della Nazionale Marcello Lippi, suo figlio Davide, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy, l’ex difensore francese Patrice Evra, il designer Achille Salvagni e l’ambasciatore Raffaele Trombetta. Secondo l’accusa dei pm milanesi, Bochicchio raccoglieva «attraverso le società Kidman Asset management e Tiber Capital cospicui capitali dei propri clienti, veicolandoli in investimenti realizzati anche in Paesi a ridotta tassazione come Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti e, in caso di necessità, anche l’assoluta riservatezza dell’investimento».
Nel meccanismo anche l’omissione dei controlli antiriciclaggio prescritti nel tentativo di nascondere o ostacolare cercando l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme di denaro. Investimenti che la magistratura ha definito «ad alto rischio» e che hanno messo nei guai decine di vip. Un contributo importante per smascherare il finto broker fu dato da Daniele Conte, fratello dell’allenatore dell’Inter, il quale denunciò Bochiccio alla procura di Roma per truffa e appropriazione indebita. «Per quanto a mia conoscenza» aveva testimoniato, «Bochicchio non faceva nessun tipo di controllo sulla provenienza del denaro che riceveva, né sotto il profilo di una due diligence antiriciclaggio, né tantomeno chiedeva agli investitori se avessero correttamente informato l’autorità fiscale delle disponibilità detenute all’estero».