Di Battista, attacco durissimo ai ministri M5s: «Pavidi e incapaci. Chiedano scusa a chi li ha votati»
Alessandro Di Battista va all’attacco del MoVimento 5 Stelle di governo. E il suo obiettivo, come appare piuttosto chiaro, sono Luigi Di Maio e gli altri ministri grillini. Nel suo intervento su The Post Internazionale di oggi l’ex deputato che ha lasciato il M5s esordisce mettendo alla berlina un’affermazione di Beppe Grillo: «Non è vero che Draghi è grillino, sono certi grillini ad essere ormai irrimediabilmente diventati draghiani». Ma poi punta l’obiettivo: «Intimoriti o interessati, i ministri a 5 stelle hanno dato prova di incapacità politica, pavidità, accidia e inadeguatezza. Roba da chiedere scusa ai milioni di elettori che li hanno sostenuti, posto che molti di loro non gli rivolgerebbero più la parola».
Per Di Battista il M5s difende l’indifendibile e nega l’innegabile, inimicandosi così gli elettori e gli iscritti: «Una forza politica che, tre anni fa – sebbene pare sia passato un secolo – prese il 33% dei voti grazie a sacrosante istanze di cambiamento e che finisce a portare il caffè a chi un tempo diceva di voler spazzar via accontentandosi, in modo dozzinale, di mancette composte, oltretutto, da banconote false». E se la prende anche con Roberto Cingolani, che aveva ricevuto l’imprimatur di Grillo: «I genuflessi a 5 stelle hanno costretto chi vanta ancora una spina dorsale ad abbandonare l’amore di una vita. L’hanno fatto ingannando gli iscritti con un quesito truffaldino basato su un super-ministero alla transizione ecologica capeggiato da un uomo pro-Tav, pro-trivelle e pro-nucleare».
L’altro obiettivo è la riforma della giustizia di Marta Cartabia: «La prescrizione è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà “improcedibilità”. Le decennali truffe semantiche che hanno caratterizzato le scelte partitocratiche degli ultimi 30 anni continuano evolvendosi». Infine fa un appello: «Urge una presa di posizione del gruppo parlamentare del Movimento, urge per dignità, per rispetto della Costituzione e anche per mera autoconservazione. Come pensano di prendere i voti tra due anni? Con la tiritera della responsabilità mentre in Italia ci sarà la fame? Con la balla della governabilità quando per i piccoli imprenditori sarà sempre più difficile governare la propria azienda? Con la presunta evoluzione quando i dati socio-economici saranno nettamente peggiorati? In politica servono idee ma serve anche coraggio. Martin Luther King disse: “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”».
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