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Vaccinazione eterologa, il parere «non definitivo» di Ema e Ecdc: «È sicura ed efficace. Ci sono buone basi scientifiche»

14 Luglio 2021 - 17:27 Redazione
Pfizer
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Le due organizzazioni europee mettono in guardia dalla pericolosità della variante Delta che «si diffonde sempre più». Ema ed Ecdc raccomandano la doppia dose per un più alto livello di protezione dall'infezione e dalle sue mutazioni

«Ci sono buone basi scientifiche per aspettarsi che la vaccinazione eterologa sia sicura ed efficace quando applicata contro il Covid-19». Questo il parere congiunto dell’Agenzia europea per il farmaco e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Nella stessa nota, però, le due organizzazioni, Ema e Ecdc, ammettono di non essere nelle condizioni di fare una raccomandazione definitiva sull’uso di diversi vaccini per le due dosi ma nonostante questo – si legge nel comunicato – «i risultati preliminari degli studi condotti in Spagna, Germania e Uk suggeriscono una risposta immunitaria soddisfacente e nessun problema di sicurezza».

«Contro la variante Delta è vitale la doppia dose»

Quanto alla variante Delta – la mutazione che più di tutte sta minacciando il Vecchio continente in queste settimane, responsabile di una nuova impennata dei contagi da Coronavirus – Ema ed Ecdc raccomandano la doppia dose per un più alto livello di protezione dall’infezione e dalle sue mutazioni. Completare la vaccinazione è «vitale», si legge nella nota congiunta. «L’adesione al ciclo di vaccinazione raccomandato è fondamentale per beneficiare del più alto livello di protezione contro il virus e le sue varianti», è scritto espressamente nella raccomandazione. Le due organizzazioni europee mettono in guardia dalla pericolosità della variante Delta. È una mutazione del virus che «si diffonde sempre più» e i numeri «suggeriscono che entrambe le dosi di un vaccino anti-Covid-19 a due dosi come Comirnaty, Spikevax o Vaxzevria sono necessarie per fornire una protezione adeguata contro la variante Delta». «Ci sono ancora dieci Paesi dell’Ue e dello spazio economico europeo – si legge ancora nel comunicato – in cui quasi il 30% o più degli individui di età superiore agli 80 anni non ha ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato».

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