In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀDdl ZanLGBTQ+OmofobiaSenatoVideo

Da chi nega l’omofobia a chi parla di pretesto «per vendere smalti da uomo»: gli attacchi in Senato per affossare il ddl Zan – Il video

15 Luglio 2021 - 22:28 Fabio Giuffrida
C'è chi parla di disforia di genere per imitazione, chi di fine dell'impero romano e persino chi cita le donne «stuprate dagli stranieri». Al Senato è show di dichiarazioni contro il ddl Zan

Da giorni il Senato – dove si discute del ddl Zan – sembra essersi trasformato in uno show televisivo, in un palcoscenico su cui alcuni senatori si lanciano in discorsi fantasiosi, non provati dai fatti, per attaccare la legge contro l’omotransbifobia. Si passa da Massimiliano Romeo della Lega secondo cui il «genere neutro serve per vendere più facilmente gli smalti agli uomini» (la frecciatina sembrerebbe essere tutta per Fedez, il rapper da sempre in prima linea nella battaglia per l’approvazione della legge) fino a Andrea Cangini di Forza Italia che, ironicamente, dice di voler tutelare «anche i “ciccioni”, i portatori di occhiali, i cacciatori e i vegani». Parla di “certi persone” e “categorie umani” commettendo di proposito errori su errori nel suo discorso in aula. Cangini riesce nell’impresa impossibile, e in un colpo solo, a buttare in caciara la discussione sulla legge contro l’omotransbifobia e a offendere altre categorie da sempre discriminate, come appunto quelli che lui definisce impropriamente «ciccioni».

Sonia Fregolent della Lega, invece, lancia una provocazione: «E se facessimo una giornata contro l’eterofobia?». A Fregoleni, però, sfugge che, nel nostro Paese, non siano stati registrati episodi di violenza nei confronti di persone eterosessuali. Ovvero nessuno è stato mai insultato, pestato o minacciato in quanto etero. Raffaella Fiormaria Marin della Lega, poi, si spinge oltre: «Chi l’ha detto che le persone non etero subiscano più violenze? Dove sta scritto?». A scriverlo, a dirlo, in realtà, sono i tanti casi di cronaca, di cui Open ha sempre dato notizia, e che arrivano da tutta Italia. Ogni settimana, anche durante i Pride.

Martina e Erika raccontano l’inferno di essere lesbiche in Italia: «Fate schifo, se vi stuprano diventate etero» – La videointervista

Un fenomeno, quello delle discriminazioni verso la comunità Lgbtq+, che secondo la senatrice Nadia Pizzol della Lega non esiste affatto: «Trenta aggressioni annue, per lo più verbali, costituiscono un’emergenza nazionale e motivo per approvare questa legge?». In realtà molti sono i casi non denunciati, il cosiddetto sommerso, e quei pochi che emergono solitamente non si limitano a insulti. Spesso si è arrivati a vere e proprie aggressioni, come raccontato da Open. «Avete mai pensato alle donne italiane vittime di stupri da parte di stranieri?», continua la leghista. Alla senatrice sfugge che le donne italiane, purtroppo, vengono stuprate anche da italiani. E che, quindi, l’aggressore non conosce nazionalità. Anche questo lo dicono i fatti, la cronaca di ogni giorno.

Ddl Zan, le voci della piazza di Milano: «Quando ci chiamano fr*ci stiamo male, altro che ridere. Essere gay in Italia è pericoloso» – Il video

L’impero romano, la disforia di genere per imitazione e genitore 1 e 2

Marco Perosino di Forza Italia, invece, sostiene che il ddl Zan sia la «prosecuzione di un disegno nichilista della società che sarà seguito anche dall’eutanasia. Ha gli stessi sintomi della caduta dell’impero romano», tuona. Insomma, scomoda persino l’impero romano. Francesco Mollame della Lega, invece, teme che presto potremmo trovarci a discutere «dell’identità di genere degli angeli» mentre Alessandrina Lonardo del gruppo Misto ricorda che «i casi disforia di genere emergerebbero in gruppi di ragazzini per imitazione». «C’è già l’anoressia», tuona. Infine c’è Simone Pillon della Lega che, ricordando la reazione del giocatore azzurro Federico Chiesa che ha chiamato la mamma dopo la vittoria della nazionale italiana all’Europeo, tuona: «Ha telefonato la mamma, non il genitore 1 o il genitore 2». E poi torna a parlare dei bambini sostenendo che «non devono essere acquistati su internet». La legge contro l’omotransbifobia non parla di minori né dice questo.

Le voci di chi non vuole il ddl Zan: «I gay sono contro natura. Abbiamo paura di non poterci più chiamare mamma e papà» – Il video

Ddl Zan, la discussione continua il 20 luglio

Discussioni queste che vanno avanti da giorni e che continueranno il 20 luglio alle ore 16.30, sempre al Senato. Lo stesso giorno, alle 12, scadrà il termine per presentare gli emendamenti al ddl Zan. Sono iscritti a parlare 60 senatori, circa 20 hanno già parlato oggi, 15 luglio. Respinte le pregiudiziali e la sospensiva, la sfida della legge contro l’omotransbifobia si giocherà tutta sul voto segreto con “franchi tiratori” sia dall’una che dall’altra parte. Pd e M5s da una parte, Forza Italia dall’altra dove molti senatori e senatrici potrebbero votare a favore del ddl Zan anche dopo il toccante intervento della senatrice Barbara Masini di Forza Italia.

Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti