Processo abusi sui chierichetti del Papa, chiesti 6 e 4 anni per due imputati: «Veri e propri atti di violenza»
Si è trattato di veri e propri «atti di violenza» e non di «cose di ragazzi». Sei anni di reclusione per don Gabriele Martinelli, 29 anni, per atti di violenza carnale aggravata e atti di libidine aggravati, e quattro anni per don Enrico Radice, 71 anni, per favoreggiamento. Sono queste le richieste di condanna del Promotore di giustizia vaticano, nell’udienza che si è svolta oggi (14 luglio) nel Tribunale vaticano, nell’ambito dei presunti abusi nel preseminario San Pio X, gestito dall’Opera don Folci della diocesi di Como, sui cosiddetti chierichetti del Papa. Un processo parallelo per gli stessi fatti è aperto anche al Tribunale di Roma. Il Promotore di giustizia vaticano, Roberto Zannotti, ha chiesto 8 anni di reclusione, ridotti a 4 anni, per don Martinelli per il reato di violenza carnale aggravata e altri 4 anni di reclusione, ridotti a 2, per atti di libidine aggravati. Quindi un totale di 6 anni di reclusione, ridotti a motivo della minore età dell’imputato all’epoca dei fatti. Il Pg Zannotti ha delimitato il periodo punibile dal compimento dei 16 anni da parte di Martinelli il 9 agosto 2008 (quindi non dall’inizio delle violenze denunciate, tra il 2007 e il 2012). Secondo l’ordinamento vaticano, infatti, ha spiegato il Promotore di giustizia nel corso dell’udienza, non è punibile chi non ha compiuto 16 anni quando ha commesso il reato.
Per l’ex rettore del preseminario, monsignor Radice, imputato per favoreggiamento, sono stati invece richiesti 4 anni di reclusione. Zannotti ha spiegato che questo reato è stato così configurato, dal momento che nell’ordinamento penale vaticano non è previsto il reato di concorso in violenza sessuale, per il quale indaga invece la Procura di Roma. Una nuova udienza si terrà domani 16 luglio, per dare spazio ad uno degli avvocati della difesa e al legale dell’Opera don Folci, mentre la sentenza dovrebbe arrivare dopo l’estate. Il preseminario dove sarebbero avvenuti gli abusi, quando abusatore e vittima erano entrambi minorenni, è collocato a Palazzo San Carlo, a pochi metri da Casa Santa Marta, dove risiede Papa Francesco, il quale ha recentemente deciso che da settembre la struttura si sposti fuori dalle mura vaticane.
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