Covid-19, focolaio di studenti a Dubai. «Mia figlia diabetica bloccata anche se negativa. L’insulina scarseggia e nell’hotel rischia il contagio» – L’intervista
Quella di Marta, 17 anni di Taranto, doveva essere una vacanza indimenticabile tra i grattacieli di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, a studiare inglese in un college. Lei che sogna di andare all’università all’estero e che a 15 anni ha trascorso un periodo di studio a New York. Invece, quell’esperienza unica si è trasformata in una “prigione” da cui Marta non vede ancora una fine a causa di un focolaio scoppiato proprio durante la vacanza studio. Lei, che è sempre risultata negativa al Covid (a differenza di Filippo e Sara, la giovane coppia bloccata a Malta perché contagiata, come raccontato da Open), si trova chiusa all’interno di una stanza del college, da sola, e con l’insulina che rischia di finirle da un giorno all’altro. Marta, infatti, è diabetica (ha il diabete di tipo 1) ed è riuscita a non contagiarsi, a Dubai, perché ha fatto molta attenzione. «Non è andata a festeggiare né a saltellare la notte della vittoria della nazionale italiana all’Europeo. Sapeva di dover stare molto attenta. Eppure ancora oggi la trattano come se fosse una positiva, volevano persino ricoverarla ma mi sono opposta», racconta sua madre Stefania Petaro a Open.
Il video dei ragazzi in aeroporto prima di essere respinti
«I positivi lasciati in piscina o in giro alla ricerca di cibo»
Marta, che si è vaccinata a maggio (ha già ricevuto entrambe le dosi), sarebbe dovuta ripartire mercoledì mattina, all’alba. I positivi sarebbero rimasti a Dubai, i negativi sarebbero ripartiti. «Era sicuro che dovesse rientrare, almeno fino a quando le autorità locali hanno bloccato anche i ragazzi negativi al Covid, costringendoli a dormire a terra in aeroporto per poi farli rientrare in college», spiega. Ed è lì che sarebbe successo di tutto: «Non erano preparati a gestire questa situazione. Inizialmente mia figlia ha avuto un solo pasto al giorno e mezzo litro d’acqua. C’erano persino ragazzi che uscivano dalle camere per approvvigionarsi di cibo e acqua. Sia i positivi, sia i negativi. I negativi sono più preoccupati dei positivi, temono di essere contagiati a questo punto», racconta. Il primo giorno «hanno fatto andare i positivi in piscina, mentre attendevano l’assegnazione delle stanze». Quella descritta da Stefania Petaro è una situazione di puro caos: «Non hanno saputo tenere distanti negativi e positivi e adesso infatti il numero dei contagiati sta continuando a salire. Sono diventati tanti», continua.
«Al college 239 positivi su 502»
Allo stato attuale – stando a una comunicazione dell’associazione che ha organizzato il soggiorno, Accademia Britannica, condivisa con le famiglie – i positivi nella struttura a Dubai sarebbero addirittura 239 (194 del primo gruppo e 45 del secondo) su 502 ospiti complessivi. Adesso, finalmente, i contagiati sono stati separati da quelli negativi e sistemati «in due distinte palazzine». Dovranno stare in isolamento per almeno 10 giorni. I ragazzi, intanto, dispongono di un’apposita applicazione della Protezione civile attraverso cui comunicare eventuali richieste di assistenza mentre il Consolato ha già «allertato una psicologa italiana», residente a Dubai, disposta a svolgere «incontri a distanza con i ragazzi che presentano situazioni di maggiore disagio emotivo». A disposizione, fanno sapere, anche tutti i medicinali necessari per i ragazzi. «Così dicono, ma mia figlia ha bisogno di un’insulina specifica che rischia di finire nei prossimi giorni. La quantità di medicinale dipende da ciò che mangia. Se continua mangiare pizza, avrà bisogno di più insulina ogni giorno. E al momento non le hanno dato nulla. Continuano a rimandare. Io proverò a spedire il farmaco dall’Italia».
«Si sono assembrati durante la finale dell’Europeo»
Marta, dunque, pur essendo negativa, non può lasciare Dubai poiché è venuta a contatto con altri soggetti positivi, ovvero con i suoi compagni di viaggio. Quando si è verificato il presunto contagio? Probabilmente durante i festeggiamenti dell’Europeo 2020, dice Stefania Petaro: «Venerdì alcuni ragazzi erano stati male, qualcuno si era raffreddato. Così venerdì e sabato sono rimasti in camera mentre domenica, in occasione della finale, c’è stato un liberi tutti. Tutti fuori senza un tampone, senza alcun controllo. In vari punti i ragazzi si sono assembrati, hanno guardato insieme la finale e festeggiato». Da quel momento, secondo il racconto della madre di Marta, l’esplosione dei contagi. Tanti prima, troppi adesso.
«Senza vaccino io non l’avrei fatta partire per la vacanza studio organizzata dall’Inps in collaborazione con Accademia Britannica. La scorsa estate, infatti, mia figlia è rimasta tutto il tempo a casa», tuona. Stefania Petaro, infine, sostiene di non aver più ricevuto risposte dall’Ambasciata italiana tranne martedì «quando, dopo aver speso 25 euro con un centralino che mi chiudeva continuamente il telefono, mi è stato detto “è tardi, qui sono le due di notte, troveremo un medico da mandare a sua figlia”». Intanto tutti i ragazzi presenti nella struttura vengono assistiti da una task force di medici e paramedici. La situazione è monitorata dal Consolato italiano a Dubai e non si registrano casi di particolare gravità relativi al Covid.
Foto in copertina: UNSPLASH
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