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Ucciso in Afghanistan Danish Siddiqui, fotoreporter della Reuters che aveva vinto il premio Pulitzer nel 2018

16 Luglio 2021 - 22:16 Redazione
Stava seguendo gli scontri coi talebani al confine pachistano quando ha perso la vita in un attacco. Aveva 38 anni

Attraverso le sue fotografie raccontava le storie e i volti delle crisi e dei conflitti nel mondo. Ed è morto nelle terre dell’Afghanistan facendo il proprio mestiere Danish Siddiqui, 38 anni, fotoreporter della Reuters e premio Pulitzer del 2018 per la fotografia con i reportage sulla crisi dei rifugiati Rohingya. Il giornalista, di nazionalità indiana, era ‘embedded’ nelle forze afghane dall’inizio di questa settimana, si legge sul sito della Reuters per il quale lavorava dal 2010, e aveva coperto le guerre in Afghanistan e Iraq, le proteste di Hong Kong, i terremoti in Nepal. Siddiqui è deceduto il 16 luglio mentre copriva i combattimenti tra le forze di sicurezza afgane e i talebani vicino al valico di frontiera con il Pakistan di Spin Boldak, caduto nei giorni scorsi nelle mani degli insorti. Siddiqui e un alto ufficiale sono stati uccisi nel fuoco incrociato con i talebani, ha riferito la Reuters che ha ricevuto le informazioni dall’esercito del Paese. «Danish era un giornalista eccezionale, un marito e un padre devoto e un collega molto amato. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia in questo momento terribile», hanno dichiarato in una nota il presidente di Reuters Michael Friedenberg e la direttrice Alessandra Galloni, sottolineando che l’agenzia sta raccogliendo «urgentemente maggiori informazioni, in collaborazione con le autorità della regione».

Il reporter, tre giorni prima di rimanere ucciso, aveva raccontato via Twitter e in un articolo per Reuters cosa era accaduto durante una missione di salvataggio che aveva l’obiettivo di estrarre un poliziotto ferito dai ribelli talebani e rimasto intrappolato alla periferia della città di Kandahar. Siddiqui ha raccontato l’attacco a colpi di mitragliatrice, granate e altre armi pesanti quando si era «scatenato l’inferno» dopo che in risposta a un SOS il commando di uomini afghani era rimasto coinvolto in un feroce attacco talebano. La mattina del 16 luglio, giorno in cui è rimasto ucciso, Siddiqui aveva riferito alla sua agenzia di essere stato ferito al braccio da una scheggia mentre stava seguendo gli scontri. È stato curato, e si stava riprendendo mentre i talebani si ritiravano dagli scontri a Spin Boldak. La Reuters ha riferito poi che un comandante afghano sotto anonimato ha raccontato che Siddiqui stava parlando con alcuni negozianti quando i talebani hanno attaccato di nuovo. L’agenzia ha però finora precisato di non poter verificare in modo indipendente la ricostruzione della vicenda.

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