Incontro Conte-Draghi, sulla Giustizia i toni si abbassano: «Dal M5s atteggiamento costruttivo. Fiducia? Non se n’è parlato» – Il video
«È stato un incontro proficuo, molto cordiale, ci siamo confrontati su molti temi: sulla situazione politica ed economica in generale». Queste le prime parole dell’ex premier, Giuseppe Conte, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il presidente Mario Draghi. È la prima volta che i due si incontrano dopo il passaggio della campanella dello scorso 13 febbraio. Ed è la prima volta che Conte si presenta in qualità di leader in pectore del M5s. «Ho ribadito e anticipato il pieno sostegno, ovviamente in continuità da parte del M5s, per il completamento del piano vaccinale e il sostegno per la politica sanitaria – ha proseguito Conte -. Ora c’è una recrudescenza per quanto riguarda il numero dei contagi: non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare a promuovere la campagna vaccinale perché è l’unico vero antidoto per contrastare la diffusione della pandemia e scongiurare l’arrivo di nuove ondate. Questo anche per proteggere il tessuto economico e sociale».
Conte: «Sulla Giustizia il M5s darà il proprio contributo con un atteggiamento costruttivo»
Ma il vero tema centrale dell’incontro è stato quello relativo alla riforma della Giustizia e, in particolare, sugli emendamenti del M5s riguardanti la riforma del processo penale. Conte dice di aver assicurato a Draghi «il contributo e l’atteggiamento costruttivo da parte del M5s». «Il Movimento – prosegue Conte nel suo discorso dinanzi ai cronisti presenti – aveva già lavorato per l’accelerazione dei processi, anche penali, durante i lavori parlamentari. E adesso il M5s darà il proprio contributo per migliorare e velocizzare ancor più i processi». Ma l’avvocato di Volturara Appula ha voluto tenere il punto sulla riforma della prescrizione, tema caro ai pentastellati e una delle colonne portanti della riforma dell’ex guardasigilli Bonafede. Durante il colloquio, Conte ha «ribadito che il M5s sarà molto vigile nel scongiurare che non si creino soglie di impunità: su questo, nell’ambito del dibattito parlamentare, il Movimento sarà molto attento».
Il riferimento, già anticipato nel video pubblicato dall’ex premier nei giorni scorsi, riguarda le cosiddette «sacche d’impunità» che verrebbero a crearsi con la riforma sulla prescrizione. In tal senso, Conte ha fatto l’esempio del processo per il crollo del Ponte Morandi: «Non accetteremo mai che questo processo penale possa rischiara l’estinzione». Ma a onor del vero, l’esempio dell’ex premier non è corretto, in questo caso. Questo perché la riforma sulla prescrizione della ministra Cartabia si applicherebbe ai reati commessi dal 1 gennaio 2020 in poi, mentre il crollo del ponte Morandi risale al 2018.
Conte: «Nessun cenno al voto di fiducia, mi rimetto alla dialettica del Parlamento»
Durante il colloquio Conte e il presidente Draghi non avrebbero fatto cenno al possibile voto di fiducia. Si sarebbe discusso invece di «possibili interventi che possano migliorarne il testo». «Al governo stanno a cuore tempi molto rapidi nell’approvazione della riforma e in questo momento è in corso una dialettica parlamentare, com’è giusto che accada – ha spiegato Conte -. Io mi rimetto alla dialettica parlamentare e a soluzioni che non siano ideologicamente convincenti, ma che siano tecnicamente sostenibili».
Conte: «Necessario mettere da parte bandierine e ideologie»
Quanto alla posizione dell’ex alleato del governo gialloverde, Matteo Salvini, sulla riforma della Giustizia («La riforma non si cambia neanche di una virgola»), Conte ha espresso la volontà di «metter da parte le bandierine e le ideologie. Noi dobbiamo parlare agli italiani – ha puntualizzato Conte -. Dobbiamo assicurare un’amministrazione della Giustizia con tempi chiari e definiti, ma assicurando che alle vittime di reati venga assicurata giustizia». E qui, l’ex premier, ribadisce le istanze su cui il M5s non intende arretrare: «Non possiamo però creare le condizioni per cui svaniscano nel nulla i processi».
E poi l’ex premier, implicitamente, lancia un appello al Partito Democratico e a Enrico Letta. Il segretario dem nei giorni scorsi si era detto «ottimista» su una possibile mediazione e aperto a possibili piccoli «aggiustamenti» sulla riforma della ministra Cartabia, nel rispetto però dei tempi dell’esecutivo. E così, anche Conte tiene ancora la porta aperta a delle modifiche sul testo, osservando che «queste valutazioni devono riguardare tutte le forze politiche e non possono essere premure e appannaggio di un’unica forza politica».
Conte: «Non mi candido alle elezioni suppletive»
L’ex premier ha inoltre aggiunto che non intende candidarsi alle elezioni suppletive: «Per me la politica è dappertutto, e ho pensato di non candidarmi alle suppletive, anche se c’era la possibilità di candidarsi in un seggio». La decisione di non correre alle prossime elezioni suppletive autunnali è dovuta al fatto che «in questo momento – dice – ho preso un impegno che per me è prioritario, ossia quello di rilanciare il M5s». E aggiunge: «Se mi candidassi e venissi eletto mi ritroverei a frequentare pochissimo il Parlamento – sottolinea – per cui ho grande rispetto».
Conte: «Massima fiducia nell’operato del ministro Cingolani»
Ma non solo. Durante il colloquio con il presidente Draghi è stato affrontato anche il tema della transizione ecologica. «Il M5s ha una particolare sensibilità su questo fronte – ha spiegato Conte – e continuerà a dare un contributo, con voce da protagonista, in questa direzione dell’economia circolare e nel realizzare la neutralità climatica nel 2050. Questa è una sfida che riguarda tutti noi e coinvolge pienamente anche le nuove generazioni: dobbiamo consegnare loro un pianeta migliore. Lavoreremo non solo per l’oggi, ma anche per domani». E dopo il malcontento e le polemiche trapelate nei mesi scorsi, Conte ha ribadito la «massima disponibilità» e «il pieno appoggio da parte dell’intero M5s» al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
Foto in copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI
Video: Facebook / Giuseppe Conte
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