Conte agli eletti M5s, l’arringa sulla Giustizia: «Non siamo manettari, ma sulla riforma c’è un limite che non possiamo oltrepassare»
L’ex premier Giuseppe Conte è tornato dagli eletti M5s di Camera e Senato, stavolta da leader in pectore. Alla prima riunione con i parlamentari grillini, dopo lo scontro e la riappacificazione con Beppe Grillo, Conte è arrivato con il nuovo statuto del Movimento sotto il braccio. Ma prima dei nodi interni, è la riforma della Giustizia la priorità per l’ex premier, dopo il faccia a faccia di ieri con Mario Draghi. «Ci hanno detto – ha spiegato l’ex premier – che siamo manettari e forcaioli ma noi abbiamo una base solida giurista. Noi saremo in prima linea per rivendicare lo stato di diritto e garantiremo il principio della durata ragionevole del processo». Garanzie già anticipate a Draghi il giorno prima, con un punto fermo rilanciato ai parlamentari, quello della prescrizione su cui il M5s ha presentato oggi quasi un migliario emendamenti alla riforma Cartabia: «Sulla riforma c’è un limite che non si può oltrepassare», ha aggiunto Conte.
«Noi oggi non difendiamo una bandiera ideologica, se l’avessimo dovuta scrivere noi – ha detto ancora Conte – l’avremmo fatto diversamente, ma vogliamo dialogare all’interno dell’impianto della riforma». Uno dei rischi concreti secondo Conte è che «verrebbe a mancare la fiducia dei cittadini nello Stato». L’obiettivo per il leader M5s è «non consentire che svaniscano nel nulla centinaia di migliaia di processi». Un pericolo che secondo Conte: «stanno comprendendo anche le altre forze politiche». Un avvertimento all’attuale inquilino di palazzo Chigi, ma con i toni che restano rassicuranti in particolare sulla stabilità della maggioranza: «Ho detto al presidente Draghi che questa forza politica è stata un pilastro durante la pandemia, ha dato un contributo fondamentale per mettere in sicurezza i nostri cittadini. Non può adesso venir meno e continuerà a fare la sua parte».
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