Il 60% dei vaccinati con Pfizer e Moderna a rischio morte? La teoria senza prove del dottor Hoffe
Ci avete segnalato alcuni siti dove si riportano le affermazioni del dottor Charles Hoffe sui vaccini a mRNA, i quali creerebbero coaguli nei capillari del 60% dei vaccinati, portandoli alla morte per insufficienza cardiaca. L’intervista da cui sono estrapolate tali informazioni è del 6 luglio scorso. La causa sarebbe nella proteina Spike (S), ritenuta tossica. È piuttosto auto-evidente che non abbiamo alcun riscontro in merito. Non risulta proprio che il 60% dei vaccinati siano morti a seguito dell’iniezione di un vaccino anti-Covid. Lo spiegavamo in un precedente articolo sullo stesso argomento. Aggiungere altre minacce, come «trasforma il cervello dei vaccinati» non cambia la sostanza, perché alla base l’affermazione risulta infondata.
Per chi ha fretta:
- La proteina Spike (S) è l’antigene usato da SARS-CoV-2 per infettare le cellule.
- I vaccini anti-Covid danno alle cellule le sole informazioni per produrre la Spike, in modo da rendere il Sistema immunitario capace di prevenire l’infezione.
- L’idea che la Spike sia tossica e collegata a pericolosi eventi avversi non trova fondamento.
Analisi
Trovate le nostre precedenti tre interviste a diversi esperti: il microbiologo Luca Fanasca, il genetista Marco Gerdol e il biologo molecolare Francesco Cacciante. C’è anche chi parla di presunte reazioni autoimmuni. La realtà è che i vaccini contro il nuovo Coronavirus hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci, alla luce di ampi studi clinici e della somministrazione monitorata a milioni di persone nel mondo.
Parliamo di vaccini a mRNA che veicolano solo le informazioni utili a produrre le sole proteine Spike, in quantità minime, che non ci aspetteremmo con un virus intero capace di moltiplicarsi nelle cellule. Chi sostiene il contrario non fornisce evidenze, anche quando contattati da altri colleghi, come quelli di AP News e PolitiFact.
Esistono alcuni casi molto rari di miocardite e pericardite correlate ai vaccini a mRNA, come nel caso di Pfizer, ma oltre a non essere stato dimostrato un nesso causale, si tratterebbe di un rischio minimo in confronto a quelli che causerebbe il virus nella forma grave della malattia, per non parlare dei sintomi che emergono nel lungo periodo, dopo la guarigione. È facile quindi, che – perdendo il contesto e giocando sull’ansia della gente – si confezionino notizie allarmanti a partire da singoli casi incerti, come è avvenuto di recente.
Chi è il dottor Hoffe?
Il medico canadese è noto per aver già sostenuto in passato che i vaccini a mRNA sono terapie geniche, inoltre avrebbe riportato che alcuni suoi pazienti vaccinati con Moderna ne sarebbero stati danneggiati. Si tratta in sostanza di un noto No vax, che non ha mai fornito evidenze delle sue affermazioni, solo dati correlativi.
Per esempio, le sue narrazioni si basano sull’idea che la la proteina Spike sia tossica. Nonostante le smentite torna ciclicamente online. Eppure non esistono evidenze in merito.
Conclusioni
Riportiamo le conclusioni del nostro precedente articolo per ribadire i concetti principali:
Il virus usa le proteine Spike per infettare le cellule, queste ultime da sole possono solo attirare gli anticorpi del sistema immunitario, il quale così imparerà a prevenire la reale infezione. È il principio basilare su cui si fondano tutti i vaccini.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
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