No! Un documento dell’OMS non dimostra che non bisogna vaccinare durante una Pandemia
Da diverso tempo alcuni personaggi sostengono che le vaccinazioni non vanno fatte durante una Pandemia, in alcuni casi sostenendo che sia scritto nei libri di medicina per poi essere smentiti una seconda volta. Il filosofo Diego Fusaro, molto apprezzato da sovranisti e negazionisti dei vaccini contro il nuovo Coronavirus, pubblica il 20 luglio 2021 un tweet (poi rimosso) che “metterebbe in dubbio” tutte le nostre certezze sulle campagne vaccinali, soprattutto quella anti-Covid attualmente in corso. Cita del resto le linee guida dell’OMS, una fonte è autorevole, ma il principio di autorità a volte fa brutti scherzi, impedendoci di comprendere il reale significato di una fonte. «”Evitare le campagne di vaccinazione di massa fino a quando la situazione COVID-19 non si risolve”: così sul documento ufficiale OMS del marzo 2020. Dunque?», twitta il Filosofo, citando la frase del documento.
Per chi ha fretta:
- La frase citata da Diego Fusaro in un recente tweet è stata estrapolata dal contesto di un documento dell’OMS che esortava a continuare le vaccinazioni prioritarie, ben lungi da sconsigliarle.
- Essendo un documento del marzo 2020 è escluso che l’OMS potesse riferirsi ai vaccini anti-Covid.
- Leggendo il testo nella sua interezza è palese che l’Organizzazione considerava rischioso interrompere le vaccinazioni contro malattie che altrimenti si sarebbero aggiunte al carico degli ospedali.
Analisi
Dunque, il documento è effettivamente del 20 marzo 2020. Subito dopo la data possiamo leggere una nota: «sarà regolarmente rivisto e aggiornato come la situazione della COVID-19 si evolverà». I ricercatori infatti non si limitano a glossare i documenti del passato, ma anzi li sottopongono continuamente alla prova dei fatti, aggiornando le proprie conoscenze.
Ribadiamolo: il documento infatti non poteva – ovviamente – far riferimento ai vaccini anti-Covid, perché non erano ancora a disposizione. Inoltre, viene tutto specificato nel titolo dello stesso documento: «Guidance on routine immunization services during COVID-19 pandemic in the WHO European Region».
Fusaro si è concentrato solo sulla frase da lui evidenziata: «Avoid mass vaccination campains until the COVID-19 situation resolves». Il documento spiegava già nelle righe precedenti che si faceva riferimento alle altre vaccinazioni di massa.
Il Filosofo intendeva criticare l’utilità delle vaccinazioni di massa in pandemia? Anche in questo caso si tratterebbe di una citazione errata della fonte. Basta leggere il documento originale nella sua interezza (10 pagine), per capire che l’OMS non sconsiglia affatto i vaccini, anzi, si fa presente che «qualsiasi interruzione dei servizi di immunizzazione, anche per brevi periodi, comporterà un accumulo di individui suscettibili e una maggiore probabilità di epidemie di VPD [malattie prevenibili dal vaccino]».
Questo perché comporterebbe «un accumulo di individui suscettibili e una maggiore probabilità di epidemie di VPD», che graverebbero ulteriormente sul carico degli ospedali, impegnati ad accogliere i casi gravi di Covid-19. Nel documento leggiamo:
Tali epidemie possono causare decessi correlati alla VPD e un aumento del carico sui sistemi sanitari già messi a dura prova dalla risposta all’epidemia di COVID-19.
Conclusioni
Il problema era semplicemente quello di valutare le varie priorità, a seconda del vaccino e dei limiti di mobilità imposti dalla nuova pandemia di Covid-19. Del resto, nei punti precedenti e successivi alla frase citata da Fusaro si leggono altre frasi, inequivocabilmente a favore delle vaccinazioni:
«Dare priorità alle vaccinazioni di serie primarie, in particolare per i vaccini contenenti morbillo-rosolia o poliomielite e altri vaccini combinati […] Vaccinare i neonati (come da programma nazionale di immunizzazione) negli ospedali per la maternità […] Dare priorità ai vaccini contro lo pneumococco e l’influenza stagionale per i gruppi di popolazione vulnerabili».
Insomma, il senso della frase restituita al suo contesto originale è quello di reimpostare le campagne vaccinali, in ragione della presenza di un nuovo patogeno che si era rivelato estremamente più infettivo. Fare le solite campagne, in cui chiamano centinaia di persone senza appuntamento, non sarebbe stata una buona idea. Il termine «resolves», in particolare, si riferisce proprio al delimitare la situazione, circoscriverla e comprenderla fino in fondo.
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