Chi è Massimo Adriatici, l’assessore che ha ucciso un 39enne marocchino (ma lui dice che il colpo è partito per errore)
In un’intervista rilasciata alla Provincia Pavese, parlando della legittima difesa, diceva che l’uso di un’arma doveva essere «l’extrema ratio». Oggi Massimo Adriatici, assessore leghista alla sicurezza del comune di Voghera, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ucciso un cittadino marocchino di 39 anni in piazza Meardi ieri notte al culmine di una lite. Adriatici, avvocato e titolare di uno studio legale in via Mazzini nella cittadina in provincia di Pavia, sul suo profilo Facebook scrive di essere docente di diritto e procedura penale presso la Scuola Allievi degli agenti di Polizia di Alessandria. E di aver ricoperto il ruolo di professore a contratto di diritto processuale presso l’università del Piemonte Orientale.
Dalla teoria alla prassi della legittima difesa
Da bravo insegnante Adriatici nel colloquio con la Provincia Pavese spiegava che l’articolo 52 del Codice Penale sulla legittima difesa prevedeva che utilizzare una pistola doveva essere «giustificato da un pericolo reale»: «In teoria, posso usare un’arma non solo per difendere la mia vita o quella di altri, e per difendere la mia casa o altri beni. Ma questo non significa farsi giustizia da soli». Dai primi accertamenti condotti dai carabinieri sembra che l’assessore abbia esploso un colpo di pistola – regolarmente detenuta – verso l’uomo di origini marocchine dopo una lite tra i due avvenuta davanti a un bar. Invece l’eurodeputato del Carroccio Massimo Ciocca, intervenuto in difesa di Adriatici, racconta una storia molto diversa e particolareggiata: «Quanto accaduto a Voghera in un locale non lontano dal centro è un chiaro episodio di legittima difesa. Se non fosse stato per un uomo lì presente, assessore leghista, già appartenente alle forze dell’ordine in passato, pronto a intervenire a difesa di una ragazza molestata da un marocchino, probabilmente ora staremmo parlando di una violenza su una ragazza innocente». «Non si può certo sparare per uccidere e poi invocare la legittima difesa quando, sempre per fare un esempio di scuola, sono stato colpito da un pugno», spiegava il professor Adriatici.
«Mi è partito il colpo cadendo»
Se si vìolano i parametri stabiliti dal codice e dalla giurisprudenza (la casistica che si deduce dalle sentenze emesse dai tribunali), «può essere contestato l’eccesso colposo di legittima difesa, o anche nei casi più gravi il tentato omicidio o l’omicidio volontario, se disgraziatamente la reazione dovesse provocare una vittima», aggiungeva. Oggi, secondo l’agenzia di stampa Agi, Adriatici avrebbe detto agli inquirenti che il colpo di pistola che ha ucciso il cittadino marocchino «mi è partito cadendo». E questo non combacia con la versione dell’eurodeputato Ciocca. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Pavia ieri intorno alle 22 e 30 Adriatici, ex poliziotto con regolare porto d’armi, ha chiamato in Commissariato per far arrivare una pattuglia in piazza Meardi a Voghera perché l’uomo di origine nordafricana stava infastidendo i clienti di un bar. Il cittadino marocchino lo avrebbe sentito mentre faceva la telefonata, gli si sarebbe avvicinato e lo avrebbe spintonato. A quel punto sarebbe nata una colluttazione durante la quale è partito il colpo di pistola. Anche gli investigatori, in ogni caso, non escludono l’ipotesi della legittima difesa. O meglio, dell’eccesso colposo di legittima difesa. Che quindi non c’entra nulla con la riforma del 2019 targata Lega.
La polemica politica
In attesa di conoscere una versione definitiva di quanto accaduto, il gesto di Adriatici è finito già nel calderone della polemica politica. «Siamo di fronte ad un fatto che testimonia la gravità di una situazione che, continuamente alimentata dalla propaganda, rischia di finire fuori controllo e di farci sconfinare nella barbarie. Ora si accerteranno i fatti, ma in un paese civile e democratico un assessore non spara ad una persona. Mi auguro che la Lega al più presto prenda le distanze dal gesto di Adriatici. La giustizia fai da te non ha cittadinanza nelle nostre leggi e nella nostra convivenza». Invece il M5s Massimo Bugani è più diretto: su Facebook pubblica una serie di foto una serie di scatti che ritraggono il segretario della Lega Matteo Salvini alle prese con fucili e mitragliatrici. «BANG! BANG! ZIP! ZIP! RATTATATTATTATA! BOOM! Fuoco agli indiani!!», commenta. Intanto fonti della Lega confermano la ricostruzione degli inquirenti: «La tragedia di Voghera sarebbe frutto di una risposta a un’aggressione con un colpo partito accidentalmente. La vittima era una persona nota in città e alle forze dell’ordine per episodi di ubriachezza e violenze».