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Alessandro Zan: «La mia legge passa solo se Renzi lascia Salvini e vota con noi»

22 Luglio 2021 - 08:52 Redazione
alessandro zan renzi salvini
alessandro zan renzi salvini
Il deputato invita Italia Viva e il suo leader a mollare la Lega: «Mi piacerebbe ricordare Renzi come l’uomo che ha fatto le Unioni civili e non quello che ha affossato la legge Zan. Se lui c’è, a ottobre l’approviamo»

Se Italia Viva si schiera con il centrosinistra, ci saranno i numeri per approvare il Ddl Zan. Lo dice oggi Alessandro Zan, primo firmatario della legge, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «A Renzi voglio dire: lascia stare la Lega che guarda a Orbán e vota con i democratici che guardano a Biden e a Ursula von der Leyen. Ma non solo. Mi piacerebbe ricordare Renzi come l’uomo che ha fatto le Unioni civili e non quello che ha affossato la legge Zan. Se lui c’è, a ottobre l’approviamo». Secondo Zan, Renzi dovrebbe capire che l’identità di genere è una definizione giuridicamente consolidata: «Prendiamo la legge numero 354 del 1975, ovvero il regolamento penitenziario. All’articolo 1 c’è scritto che il trattamento penitenziario vieta ogni forma di discriminazione per sesso, identità di genere, razza nazionalità. E non è l’unica legge». Quale altra? «La legge 251 del 2007 sui rifugiati: anche lì c’è la definizione dell’identità di genere. Ma posso andare avanti con le due sentenze della Corte costituzionale».

Quali? «La 221 del 2015 e la 180 del 2017. Basta leggerle. Insomma è paradossale che con questi precedenti giuridici si voglia togliere la definizione di identità di genere proprio a una legge sulle discriminazioni. Se Faraone vuole togliere l’identità di genere al ddl Zan, dovrebbe toglierlo anche alle altre leggi». Anche il problema degli emendamenti secondo Zan è relativo: «Quegli emendamenti sono la dimostrazione evidente che la Lega non ha nessuna intenzione di trattare. Ma io non ci credo che un Paese civile come il nostro possa rimane ostaggio della Lega. Confido nella terzietà della presidente del Senato Casellati. È una sua prerogativa chiedere il ritiro degli emendamenti e di lasciare solo quelli significativi. Del resto il Paese è dalla parte del ddl Zan, lo dicono i sondaggi. Lo sono soprattutto i giovani, ma anche la maggior parte dell’elettorato di centrodestra».

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