Voghera, parla la sindaca: «Tragedia strumentalizzata dai media. Adriatici? Persona stimata e rispettata» – Il video
La morte di Youns el Boussettaoui, ucciso martedì 20 luglio dall’assessore Massimo Adriatici in circostanze ancora da chiarire, ha portato al centro delle cronache nazionali Voghera, piccola città di circa 40mila abitanti nel Pavese. Contro le ricostruzioni dei media e l’attenzione che tv e giornali stanno destinando alla vicenda, si è scagliata la sindaca Paola Garlaschelli. In una lettera aperta alla cittadinanza, ha scritto: «Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. Voghera è una città moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e da una fitta rete di servizi sociali». La prima cittadina, nel lungo testo pubblicato la sera del 23 luglio, ha voluto difendere la reputazione dell’assessore leghista – autosospesosi dall’incarico – agli arresti domiciliari: «Una persona stimata e rispettata in città di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi».
Scrive Garlaschelli: «Sono giorni difficili per la nostra comunità. Siamo increduli per la tragedia che si è consumata, scossi dal clamore che ha investito la nostra città e dalla strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire. È successo qualcosa di molto grave che inevitabilmente ci induce a riflettere profondamente. È morta una persona in circostanze drammatiche e un assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico. Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe. Insieme ai colleghi della giunta ed ai consiglieri di maggioranza ho ritenuto che un rispettoso silenzio fosse in questi giorni la scelta più saggia».
Poi, rivolge una appello a chi oggi pomeriggio – 24 luglio – manifesterà nella piazza dove Youns è stato ucciso. «Dobbiamo ricordare che ci troviamo in un momento particolare, la pandemia ha risvegliato sentimenti di paura e diffidenza, a volte facendo emergere la parte più oscura della società, e siamo profondamente preoccupati che questa strumentalizzazione possa alimentare ulteriore rabbia e violenza. Mi rivolgo a tutti – ha specificato -, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza. Il mio appello va alla stampa, ai cittadini, ai manifestanti e ai politici. Voghera merita il rispetto che si deve a chiunque subisca tutto questo. Spegniamo le ostilità e uniamoci solidali, perché il modo migliore per rispettare la memoria di chi non c’è più è preferire il dialogo all’odio e alle barricate».
Il testo integrale della lettera
Cari Cittadini,
Paola Garlaschelli, Sindaco di Voghera, 23 luglio
Sono giorni difficili per la nostra Comunità. Siamo increduli per la tragedia che si è consumata, scossi dal clamore che ha investito la nostra città e dalla strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire.
È successo qualcosa di molto grave che inevitabilmente ci induce a riflettere profondamente. È morta una persona in circostanze drammatiche e un Assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico. Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe.
Insieme ai colleghi della Giunta ed ai consiglieri di maggioranza ho ritenuto che un rispettoso silenzio fosse in questi giorni la scelta più saggia.
Non ho voluto rilasciare dichiarazioni a caldo proprio per evitare di prestare il fianco a polemiche o strumentalizzazioni. Che la politica si divida, anche con toni accesi, è legittimo, ma chi rappresenta le Istituzioni cittadine ha una responsabilità particolare, che va oltre le scelte di parte.
Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi della vicenda. Ogni Istituzione ha un compito preciso. Indagare, ricostruire i fatti ed emettere sentenze non è compito di chi amministra la città, anzi rischierebbe solo di complicare il lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, che stanno lavorando con grande impegno per accertare le responsabilità dell’accaduto e che possono contare come sempre sulla fiducia incondizionata della città e di chi la governa.
Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. Voghera è una città moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e da una fitta rete di servizi sociali. È una città forte di una comunità che ha ben presente quali siano i valori e il rispetto per i cittadini di ogni colore politico, credo ed etnia.
Ciò che è accaduto ci ha colpiti profondamente, ma non fermati.
Siamo stati chiamati ad amministrare Voghera e stiamo lavorando dallo scorso autunno con responsabilità, per valorizzarne le potenzialità e per migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini. È un impegno che portiamo avanti a testa alta, consapevoli delle grandi difficoltà di questo momento storico. Un episodio come quello accaduto nei giorni scorsi, seppur così grave, non può farci mancare il coraggio e la voglia di andare avanti a costruire una Voghera migliore.
La tragedia che si è consumata nella nostra città ha subito una strumentalizzazione mediatica che ha richiamato l’attenzione del mondo e sta convogliando in città persone che intendono manifestare per quello che è accaduto.
Dobbiamo ricordare che ci troviamo in un momento particolare, la pandemia ha risvegliato sentimenti di paura e diffidenza, a volte facendo emergere la parte più oscura della società, e siamo profondamente preoccupati che questa strumentalizzazione possa alimentare ulteriore rabbia e violenza.
Mi rivolgo a tutti, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza. Il mio appello va alla stampa, ai cittadini, ai manifestanti e ai politici. Voghera merita il rispetto che si deve a chiunque subisca tutto questo. Spegniamo le ostilità e uniamoci solidali, perché il modo migliore per rispettare la memoria di chi non c’è più è preferire il dialogo all’odio e alle barricate.
Vi chiedo, in questo momento difficile, di restare uniti con senso di responsabilità, di ritrovarci nei valori della nostra Comunità che è una Comunità di persone per bene, più forti di qualsiasi difficoltà. Amare la propria città significa mettere il suo bene davanti a tutto:
Noi continuiamo a farlo e insieme a voi potremo superare questo momento.
Leggi anche:
- Voghera, un testimone contro l’assessore Adriatici: «Ha preso la mira e sparato a sangue freddo»
- Voghera, i dubbi sulla telefonata di Adriatici dopo lo sparo. Quella vecchia spacconata: «Sempre col colpo in canna»
- Voghera, spunta un video della lite: la vittima colpisce l’assessore Adriatici con un pugno – Il video
- Voghera, lo sfogo e i dubbi della sorella della vittima: «Anche la mia bambina si è chiesta “com’è partito quel colpo?”»
- Salvini insiste su Adriatici: «È normale girare con la pistola se si ha il porto d’armi» – Il video
- Cosa non torna nel caso di Massimo Adriatici e perché l’assessore rischia l’accusa di omicidio volontario
- Voghera, Letta risponde a Salvini e detta la linea del Pd: «Adesso stop alle armi private»