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Coronavirus, la strage di bambini in Indonesia: ne muoiono 100 a settimana a causa dell’infezione

26 Luglio 2021 - 18:48 Redazione
Tamponi che scarseggiano, ospedali saturi e pochi vaccinati. Così il Paese ha superato l’India e il Brasile per numero di casi giornalieri

Il Coronavirus sta causando una strage di bambini in Indonesia, dove oltre 100 a settimana sono morti questo mese a causa dell’infezione da Covid-19. Si tratta del tasso più elevato al mondo, riporta il New York Times, sottolineando che molte delle vittime avevano meno di 5 anni. Questo altissimo tasso di decessi, commentano i medici, smentisce una volta di più la teoria secondo cui i bambini correrebbero un rischio minimo a causa della pandemia. Nel Paese la nuova ondata di infezioni viene alimentata soprattutto dalla variante Delta. «I nostri numeri sono i più alti al mondo», ha commentato il presidente dell’Associazione dei pediatri indonesiani, il dottor Aman Bhakti Pulungan. Secondo alcuni rapporti pubblicati dall’associazione dei pediatri, i bambini rappresentano fino al 12,5% dei casi di Coronavirus nel Paese. Dall’inizio della pandemia in Indonesia sono morti oltre 800 bambini sotto i 18 anni, ha precisato il presidente dell’Associazione pediatri, gran parte dei quali nell’ultimo mese. Il medico ha indicato inoltre che nella settimana dal 12 al 18 luglio scorso sono morti di Covid oltre 150 bimbi, la metà dei quali aveva meno di cinque anni.

L’Indonesia ha superato India e Brasile per il numero di contagi

L’Indonesia, il quarto Paese più popoloso al mondo, ha superato questo mese l’India e il Brasile per numero di casi giornalieri, diventando il nuovo epicentro della pandemia. Nella sola giornata di venerdì 24 luglio, il governo ha registrato quasi 50 mila infezioni e 1.566 decessi a livello nazionale. Nel complesso, secondo i conteggi della Johns Hopkins University, l’Indonesia ha registrato dall’inizio della pandemia 3.166.505 casi di contagio, inclusi 83.279 decessi, ma gli esperti affermano che i dati reali sono molto più alti poiché il numero dei tamponi che si effettuano nel Paese è limitato. A causa della diffusione della variante Delta, il presidente indonesiano Joko Widodo ha prorogato ieri – fino al due agosto – alcune misure anti Covid, tra cui quelle relative agli assembramenti. Allo stesso tempo, però, ne ha allentate altre, permettendo ad esempio ai mercati tradizionali di riaprire i battenti.

Solo il 6% degli indonesiani ha ricevuto due dosi di vaccino

Il basso tasso di vaccinazione del paese è uno dei fattori responsabili dei decessi in età infantile. Solo il 16% degli indonesiani ha ricevuto una dose e solo il 6% è stato vaccinato con entrambe le dosi, secondo i dati del progetto Our World in Data dell’Università di Oxford. Come altri paesi, l’Indonesia non vaccina i bambini sotto i 12 anni e solo di recente ha iniziato a vaccinare quelli tra i 12 e i 18 anni. L’altro problema è rappresentato dagli ospedali, saturi di pazienti contagiati: poche strutture sono predisposte per curare i bambini ammalati di Covid. «Se i bambini si ammalano non sappiamo dove portarli», spiega il dottor Aman. «I pronto soccorso sono ingolfati dagli adulti, che devono aspettare giorni per essere curati».

Gli ospedali sono saturi, così i bambini si contagiano in famiglia

Con gli ospedali al completo, circa i due terzi dei pazienti adulti sono in isolamento a casa, il che aumenta la possibilità che i bambini vengano infettati, ha affermato Edhie Rahmat, direttore esecutivo per l’Indonesia del gruppo sanitario no profit Project HOPE. «Questi neonati vengono dimessi dagli ospedali negativi al Covid-19, ma in seguito contraggono l’infezione e muoiono dopo essere stati visitati dai vicini e dai membri della famiglia allargata. È straziante».

Anche i tamponi scarseggiano: meno di 115 mila test a settimana

Il terzo problema è dato dai pochi tamponi effettuati in Indonesia: il ministro della Salute Budi Gunadi Sadikin ha fissato l’obiettivo di 400 mila test al giorno. Ma il Paese non si è mai avvicinato a quella soglia. La scorsa settimana, per esempio, il numero di test è sceso sotto i 115 mila. I tamponi positivi superano in media il 30%, segno che il virus si sta diffondendo rapidamente e che non vengono condotti abbastanza test. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un tasso di positività inferiore al 5%.

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