Segre sui manifestanti contro il Green pass: «Folli i paragoni con la Shoah. Condannare i No vax è un obbligo»
I manifestanti scesi in piazza in questi giorni contro il Green pass hanno più volte paragonato, con cartelloni e slogan, l’obbligo della certificazione verde alla Shoah. Le Stelle di David con su scritto «Non vaccinato» e le svastiche accostate a Mario Draghi non sono piaciute a Liliana Segre, testimone dell’Olocausto, che ha definito «una follia» paragonare anche lontanamente la persecuzione ebraica per mano dei nazisti e le disposizioni del governo Draghi per gestire la pandemia di Coronavirus. «Sono gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza», ha detto. Nonostante questo, la senatrice a vita ha dichiarato di non essersi stupida più di tanto davanti a quanto accaduto, perché l’uso distorto della memoria è una «vergogna che dura da tempo»: «Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio non mi stupisco più. Non dico che sono insensibile, ma mi è venuta una sorta di scorza. Non riesco a prendermela più di tanto».
In ogni caso, «condannare chi rifiuta il vaccino, chi straparla di dittatura sanitaria e fa insensati richiami alle leggi razziste» resta un «atto dovuto», pur nella speranza che i No vax «restino una minoranza». «È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti». Segre ha subito attacchi anche dopo aver fatto il vaccino: «Hanno detto che avevo delle azioni di Pfizer. Magari. Purtroppo non ne possiedo. Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo».
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