Il Fatto insiste: smentite zoppicanti, o si cambia il testo sulla giustizia, o Conte mette ai voti l’addio M5s al governo
Le condizioni e i toni imposti dall’ex premier Giuseppe Conte a Mario Draghi sulla riforma della giustizia non sarebbero cambiati nelle ultime 24 ore, secondo il Fatto Quotidiano. Nonostante la smentita di Rocco Casalino sui virgolettati attribuiti al leader grillino, il giornale diretto da Marco Travaglio oggi – 26 luglio – ribadisce che l’ultimatum è ancora tutto in piedi. Se la maggioranza non accetterà le modifiche pretese dal M5s sulla riforma voluta dalla ministra Marta Cartabia, Conte «valuta seriamente di premere il bottone rosso» per chiedere agli iscritti se continuare o no a sostenere il governo Draghi. I punti imprescindibili per l’ex premier sono due. Primo, escludere dalle nuove norme sull’improcedibilità tutti i reati «per cui si applica il regime carcerario del 41 bis»: quindi non solo reati di mafia, ma anche quelli di corruzione e concussione, terrorismo e diversi reati a sfondo sessuale. Secondo, far decorrere i tempi del processo di secondo grado dalla prima udienza, e non dal deposito della richiesta d’appello come vorrebbe Cartabia.
Conte, tra martedì 27 e mercoledì 28 luglio, incontrerà in presenza e divisi per commissioni i parlamentari del Movimento. Ma prima dovrà fare i conti con l’esito della riunione odierna della commissione giustizia, dove i partiti di centrodestra e Italia Viva sono decisi a sminare la riforma Cartabia dalle centinaia di emendamenti grillini. Non solo: oggi, Forza Italia, dovrebbe chiedere di estendere il campo di azione del testo della guardasigilli ai reati contro la pubblica amministrazione, incluso l’abuso di ufficio. Se passasse tale modifica – evidente benzina sul fuoco grillini – alcuni portavoce pentastellati si dicono «pronti a far saltare i lavori» con effetto immediato.
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