Chi è Pietro Luigi Garavelli, il medico contro il Green pass che parla di «non-vaccini» e idrossiclorochina
«Il Green Pass è una forma di lockdown mascherato e che ha la sola funzione di indurre la vaccinazione», così interveniva il primario di Malattie infettive all’ospedale Maggiore di Novara, il Dott. Pietro Luigi Garavelli, durante la recente manifestazione contro il Green Pass ad Alessandria. Travolto dalle critiche per la sua presenza, Garavelli dichiara di essersi presentato non per protestare ma per informare. Attraverso un video, pubblicato sul canale Youtube Svegliati Alessandria, è stato possibile ascoltare le parole del medico di fronte alla folla, testimoniando il clima teso e la rabbia anche da parte del diretto interessato nel discutere di temi come la vaccinazione e il Green Pass.
Le posizioni chiave nell’intervento ad Alessandria
Il Dott. Garavelli è uno dei sostenitori delle cosiddette cure domiciliari, tanto che risultano diversi interventi insieme ai membri dell’omonimo comitato guidato dall’avvocato Grimaldi. Quest’ultimo, infatti, lo intervistò nel maggio 2020 pubblicando un video sul proprio canale YouTube definendolo nel titolo come il «padre dell’idrossiclorochina, per il covid, in Italia». Secondo Garavelli, come dichiarato in piazza ad Alessandria, la vaccinazione sarebbe stataa ampiamente superata dalle «mutanti» (n.d.r. varianti). Nell’affermarlo ripete ad alta voce al megafono «Ci sono le cure Covid!» per poi annunciare l’elenco dei vari medicinali che ritiene adatti per lo scopo, tra questi l’idrossiclorochina.
Nel parlare al pubblico, Garavelli riporta diverse affermazioni tutt’altro che neutre in merito al Green Pass, mentre in parallelo diffonde una delle teorie che spaventano di più i cittadini: «Il vaccino purtroppo deve confrontarsi con un virus che muta, questo virus ha già dato luogo a una terapia genica!». Una narrativa, quella della «terapia genica», che è uno dei cavalli di battaglia dei NoVax come abbiamo riportato in un articolo precedente sulla manifestazione romana dello scorso maggio. Non solo, il medico alessandrino afferma che «Questo vaccino non risponde alle definizioni classiche di vaccino», un’affermazione molto simile a quella fatta da un altro personaggio apprezzato negli ambienti NoVax, Stefano Montanari.
A un certo punto, Garavelli viene applaudito dalla folla a seguito di una sua dichiarazione sulla vaccinazione dei figli: «Io ho tre figli, uno di tredici anni e due di undici. Mia moglie ha detto che l’ultima cosa farà nella vita è vaccinare i propri figli!». Poco dopo, però, afferma che li vaccinerà in caso arrivasse l’obbligatorietà.
L’attenzione maggiore riguarda la vaccinazione dei giovani, infatti Garavelli si dichiara contrario alla somministrazione agli under 40: «Una cosa importante, una cosa molto importante: voi dovete sapere che in ambito scientifico, fino all’età di 40 anni, quindi dove ci sono compresi anche tutti i giovani, il rischio grave di malattia Covid è pari a zero!!!! Voi dovete sapere il rischio di complicanze vaccinali della stessa fascia di età è del 1.9% ok? Quindi, sotto i 40 anni si rischia per il vaccino e non si rischia per la malattia sotto i 40 anni!». Di fatto, considerati anche i dati dell’ISS, risulta che molti under 40 siano stati ospedalizzati o deceduti a seguito della Covid19, l’affermazione sul «rischio pari a zero» risulta errata. Inoltre, il medico non considera il problema legato al Long Covid che riguarda anche i giovani, un tema ribadito a maggio dall’infettivologo Anthony Fauci.
Un altro cavallo di battaglia di Garavelli è quello già diffuso nei mesi attraverso alcuni organi di stampa: «Non si vaccina mai durante una pandemia». Ne abbiamo parlato in un precedente articolo di Open Fact-checking anche in merito alle dichiarazioni dell’OMS, ma non siamo stati gli unici. I sostenitori della teoria riportata da Garavelli affermano che sarebbe cosa nota e scritta in tutti i libri di medicina, ritrovandosi smentiti in un video di Giacomo Moro Mauretto e dal biologo molecolare Aureliano Stingi.
Una «tradizionale influenza stagionale»
Il 29 febbraio 2020, intervistato da Vcoazzurra TV, sosteneva che la Covid dovesse essere considerata coma una tradizionale influenza stagionale quando ancora non si sapeva ancora molto sui danni che poteva causare: «È assolutamente una semplice patologia respiratoria che nella maggior parte dei casi non da assolutamente nulla, nessuno si accorge di aver fatto questa patologia. Ogni tanto c’è qualcuno che starnutisce e ha un raffreddore, e solo qualcuno poi ha una polmonite e solo in casi particolari decede, ma questa è una virosi, direi per tutta una serie di connotati, non riveste particolare gravità, ne più ne meno, rispetto alla tradizionale influenza stagionale e come tale deve essere considerata».
Lo chiamava «non-vaccino»
In un’intervista rilasciata ad Alessandria Oggi il 23 febbraio 2021, Garavelli si rivolge ai vaccini anti Covid19 definendoli «non-vaccini». Un concetto riportato nel suo intervento in piazza ad Alessandria durante le proteste contro il Green Pass: «Questo vaccino non risponde alle definizioni classiche di vaccino, nel senso che utilizza parte dell’acido nucleico e quindi, utilizzando parte dell’acido nucleico, può essere definito terapia genica».
Attraverso i media locali alessandrini, come Alessandria24.com, troviamo articoli contenenti dichiarazioni associate al primario di Novara come quello del 31 ottobre 2020 intitolato «Dott. Pier Luigi Garavelli, infettivologo: vaccino qua, vaccino la. La nuova bufala»:
Sul vaccino da tempo esprimo le mie perplessità in termini di tollerabilità e possibile risposta protettiva e sua durata. La malattia naturale è scarsamente immunizzante con reinfezioni e quindi il vaccino che la mima, ma è meno efficace, cosa si vuole sia? Dopo mesi di inania, senza il clima alleato e cure domiciliari, gli ospedali al collasso, l’ unica strategia è il lockdown per diluire i contagi, che si ripresenteranno non appena riprende l’ esposizione dei soggetti quarantenati. Ed allora per tranquillizzare la Gente ormai disperata ecco la narrazione dell’ arrivo del vaccino salvifico prima in autunno, poi in inverno ed ora in primavera. No comments! Vaccino Covid, Conte: “Prime dosi a dicembre”. Ipse dixit
Dallo stesso sito troviamo uno sfogo del primario di Novara, datato 8 novembre 2020 e intitolato «Dott. Pier Luigi Garavelli, infettivologo: “Piegato nel fisico e nell’ animo!”». Uno sfogo dove racconta di come è stato lontano dal campo durante la pandemia a causa di problemi di salute, dalla rottura del legamento crociato anteriore destro del ginocchio, in coincidenza della prima ondata, alla varicella e una nevralgia post erpetica. Forse per questo, durante l’intervento in piazza ad Alessandria, teneva in mano un bastone da passeggio. «È vero che con le moderne tecnologie sono puntualmente aggiornato, ma essere sul terreno è altra cosa», scriveva Garavelli. Moderne tecnologie che lo hanno portato a parlare attraverso la webcam lasciandosi intervistare da canali televisivi e radiofonici per sostenere l’idrossiclorochina e le cosiddette cure domiciliari.
L’idrossiclorochina
Pietro Luigi Garavelli è un sostenitore del Plaquenil, il nome del farmaco a base del principio attivo idrossiclorochina. Venne invitato ad intervenire al Senato, in videocollegamento, durante un evento organizzato da Matteo Salvini e Armando Siri.
In un’intervista pubblicata da Affaritaliani il 20 marzo 2021 leggiamo: «Qui a Novara la abbiamo usata con successo, una mia collaboratrice aveva come compagno di specializzazione il dottor Savarino [Rettifica in fondo all’articolo, n.d.r.] di cui ho letto i lavori sull’utilità di idrossiclorochina nel trattamento della Sars. All’inizio la davamo a tutti, poi abbiamo raddrizzato il tiro vedendo che funzionava nelle fasi precoci della malattia. Il mio gruppo di lavoro non attende nemmeno l’esito del tampone, perché si perde tempo prezioso: ai primi sintomi diamo Plaquenil monitorando l’andamento della patologia e la saturazione e proseguiamo per sei, dodici giorni. Poi, aggiungiamo eparina e cortisone. Si può utilizzare anche azitromicina, ma per me è meno rilevante. I risultati? Meno del 10% dei ricoveri con le persone trattate precocemente».
Di quale gruppo di lavoro parla il primario dell’ospedale di Novara? Non essendo chiaro il riferimento, qualcuno potrebbe pensare che si trattasse dello stesso reparto nel quale lavora il medico, anche se «lontano dal campo» come da lui stesso ammesso a seguito dei problemi di salute. Abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti abbiamo chiesto spiegazioni in merito al centro ospedaliero ottenendo la seguente risposta: «Le prime informazioni di sicurezza sull’idrossiclorochina sono del 1 aprile 2020 e solo il 27/5/2020 AIFA ha sospeso il farmaco. La nostra agenzia ha subito recepito le indicazioni restrittive di AIFA con nota Prot.15617 del 28/05/2020. Tale restrizione è ulteriormente ribadita dalle linee guida aziendali di terapia aggiornate il 3/12/2020». Nell’atto avevamo richiesto l’accesso alla documentazione che provasse l’efficacia della terapia citata da Garavelli, di fatto non pervenuta.
Pochi giorni prima dell’intervista pubblicata da Affaritaliani, precisamente il 15 marzo 2021, viene pubblicato sulla piattaforma Vimeo un documentario dal titolo «HCQ – Il caso idrossiclorochina» dove tra i protagonisti troviamo l’avvocato Erich Grimaldi, in qualità di Presidente del “Comitato Cura Domiciliare Covid”, il medico di medicina generale Andrea Mangiagalli e lo stesso Garavelli. Quest’ultimo riporta le sue critiche nei confronti delle riviste scientifiche, sostenendo i suoi perché non verrebbero pubblicati studi scientifici a favore del farmaco: «Se ci si mette il fatto che alcune riviste nei confronti di Plaquenil ragionano in un modo sotto gli occhi di tutti, mi riferisco al famoso lavoro farlocco di Lancet, potete comprendere che perforare le stesse riviste con quei lavori che dicono che Plaquenil può funzionare nelle fasi percoci della malattia è ancorché più difficile». Uno studio, quello citato da Garavelli, che venne ritrattato a riprova della corretta funzione del metodo scientifico, ma di fatto ad oggi nemmeno il guru del farmaco, il francese Didier Raoult, è riuscito a dimostrarne una vera e propria efficacia contro il Coronavirus.
L’ivermectina
Non solo idrossiclorochina. Secondo il primario di Novara anche l’ivermectina sarebbe utile a curare la Covid, come dichiarato in un’intervista pubblicata il 12 aprile 2021 da Diariodelweb: «». Un farmaco che è stato citato dallo stesso medico durante il suo intervento durante la manifestazione contro il Green Pass, giudicandolo utile per prevenire le ospedalizzazioni.
L’ivermectina è un antiparassitario che l’EMA ha raccomandato di non utilizzare al di fuori di studi clinici rigorosi, un parere simile era stato espresso anche dai National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti. In un articolo di Dottore, ma è vero che…? della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) cita l’operato di un gruppo di lavoro convocato dall’OMS che non portò risultati: «Il lavoro di analisi di questi esperti ha purtroppo verificato che le prove a sostegno dell’efficacia dell’ivermectina relativamente alla possibilità che riduca la mortalità, la necessità di ventilazione meccanica, la necessità di ricovero ospedaliero e il tempo necessario per il miglioramento clinico nei pazienti Covid-19 sono di “qualità molto bassa”». Nell’articolo del sito gestito da FNOMCeO vengono spiegati anche i concetti riguardo alla “qualità” degli studi.
La nomina a Cavaliere della Repubblica e l’Ordine dei Medici
Il medico è stato recentemente insignito dell’onorificenza del Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Su Alessandria24.com, dove il Garavelli interviene spesso, viene riportato un suo commento dove spiega da parte di chi sarebbe giunta la segnalazione utile ad ottenerla: «Anche io sono stato aggiunto alla folta schiera di Colleghi che hanno ricevuto delle onorificenze, talvolta più “importanti”, per il contributo dato alla lotta contro la Covid. Ma mentre i miei Colleghi sono stati generalmente segnalati dalla Struttura in cui operano, nonostante ormai oltre 20 anni di lavoro a Novara, questa iniziativa per me è partita non dal Nosocomio in cui opero ma dalla mia Città natale, Alessandria, ad opera del Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, l’Assessore Cherima Fteita’ e la Segretaria Generale del Comune Francesca Ganci. È stata poi seguita nel suo iter dagli Amici Senatori Roberta Ferrero e Gaetano Nastri». Insomma, per stessa ammissione del Dott. Garavelli la segnalazione non veniva dall’ente dove operava in qualità di primario, ma attraverso un appoggio politico locale.
Nel frattempo, a seguito dell’intervento ad Alessandria insieme ai contestatori del Green Pass, l’Ordine dei Medici di Novara ha diffuso un comunicato in cui si apprende che l’intervento del Dott. Garavelli verrà valutato per verificare se esistono i presupposti per un’azione disciplinare nei suoi confronti.
Aggiornamento 29 luglio 2021
Riceviamo e pubblichiamo una richiesta di rettifica da parte del Dott. Savarino, presente in questo articolo in quanto citato nel virgolettato contenente le dichiarazioni del Dott. Garavelli nell’articolo di Affaritaliani:
Il Dr. Savarino, pur avendo studiato il potenziale antivirale dell’idrossiclorochina, non ha mai promosso i benefici terapeutici dell’antimalarico chinolinico somministrato in questa forma, nei dosaggi ad oggi applicati in Italia e nelle modalità di somministrazione in combinazione con altri farmaci da altri promosse e seguite. Anzi, fu uno dei primi ad invitare alla cautela e a cercare di smorzare gli entusiasmi iniziali sui potenziali benefici clinici del farmaco, come espresso nella sua dichiarazione riportata nel comunicato-stampa pubblicato il 18 febbraio 2020 dall´Istituto Superiore di Sanità, Ente presso cui lavora: link
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