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Da febbraio il 98,8% dei deceduti per Covid non aveva completato il ciclo vaccinale. Spieghiamo il report dell’Iss

27 Luglio 2021 - 20:15 David Puente
L'obiettivo del report non è confermare l'efficacia dei vaccini. Sui dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità sono state scritte diverse inesattezze: facciamo chiarezza

Sui social viene messa in discussione una notizia diramata dallo stesso Istituto Superiore di Sanità attraverso un recente report basato sui dati aggiornati al 21 luglio 2021: «Da febbraio quasi 99 deceduti su 100 non avevano completato il ciclo vaccinale», dice il comunicato dell’Iss. Sono diverse le contestazioni, tra queste l’accusa che nessun cittadino italiano avesse completato il ciclo vaccinale a febbraio o che tale dato con quelle percentuali non fosse affatto presente all’interno del report. L’altro fronte, al contrario, sostiene che tale dato dimostri l’efficacia dei vaccini anti Covid19. Spieghiamo il contenuto del report, così come gli obiettivi del capitolo dedicato ai decessi con o senza “ciclo vaccinale completo”, al fine di comprendere meglio la situazione rispondendo a questi tre punti appena citati.

Nessuno aveva completato il ciclo vaccinale a febbraio?

Il dato nel titolo del comunicato dell’Iss fa riferimento ai dati raccolti dal 1 febbraio al 21 luglio 2021. Questo perché, come spiegato nel documento a pagina 9 al punto 9, la data di inizio «è stata scelta come data indice perché corrisponde alle cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall’inizio della campagna vaccinale avvenuto il 27/12/2020». Secondo il seguente grafico fornito dal portale Ourworldindata.org, già da gennaio 2021 si iniziava a registrare una piccola percentuale di cittadinanza che aveva già ricevuto la seconda dose del vaccino.

A conferma del grafico, basterebbe scaricare il file CSV fornito dalle istituzioni italiane dove è possibile verificare il numero delle secondi dosi somministrate durante il mese di gennaio 2021. Per concludere, chi sostiene che in data 1 febbraio 2021, o addirittura a marzo, nessuno avesse concluso il ciclo vaccinale diffonde un’informazione scorretta.

Il dato del 98,8% non è presente nel report?

Se qualcuno prova a cercare, con una banale ricerca nel file PDF, i numeri 99 o 98,8 non troverà alcuna corrispondenza. Il problema è che il report va letto nella sua interezza per andare a riscontrare il seguente testo presente, ancora una volta, a pagina 9 al punto 9:

Fino al 21/07/2021 sono 423 i decessi SARS-COV-2 positivi in vaccinati con “ciclo vaccinale completo” e rappresentano l’1,2% dei 35.776 decessi SARS-COV-2 positivi avvenuti nel periodo dal 01/02/2021 al 21/07/2021.

Basterebbe un semplice calcolo matematico per trovare quel 98,8 (100-1,2). In conclusione, chi sostiene che sia falsa l’informazione fornita nel titolo dell’Iss, ossia «da febbraio quasi 99 deceduti su 100 non avevano completato il ciclo vaccinale» così come riportato successivamente da alcune testate giornalistiche a seguito della diffusione del comunicato dell’Istituto, diffonde un’informazione scorretta.

Il dato dimostra l’efficacia dei vaccini?

Secondo un articolo di Repubblica (dove vengono contestati i punti precedentemente trattati tra i commenti via Twitter), «l’ennesima conferma che i vaccini funzionano arriva dall’analisi dell’Istituto superiore di sanità sulle vittime del Covid». Il problema è che lo stesso report non dice questo e, al contrario, invita il lettore a non compiere tale interpretazione dei dati. Lo leggiamo, ancora una volta, a pagina 9 al punto 9 del report:

Si segnala che questo dato non può fornire informazioni circa l’efficacia della vaccinazione ma viene fornito con finalità puramente descrittive.

Dobbiamo tenere in considerazione un fatto, e cioè che molte persone non erano ancora nella condizione di poter ricevere la prima o la seconda dose di uno dei vaccini in uso. Il report parla di 423 su un totale di 35.776 dal primo febbraio al 21 luglio 2021, ma quel totale fa riferimento a diverse persone aventi età differenti, tra queste anche coloro che non potevano ricevere ancora la prima dose secondo le fasi vaccinali in base all’età intraprese dal Governo italiano o che erano ancora in attesa dell’appuntamento. Inoltre, non sappiamo se tra le persone decedute ci c’erano pazienti ricoverati nei reparti ospedalieri, con casi gravi di Covid, già da prima della data del primo febbraio.

Bisogna fare attenzione al “gioco delle percentuali”. Il report dell’ISS non considera affatto il numero dei vaccinati e dei non vaccinati in Italia nel corso del periodo temporale considerato, ma solo dei deceduti. Mettiamo caso che in un determinato arco temporale il 99% della popolazione fosse completamente vaccinata e che tra questi si riscontrino 99 deceduti Covid: se tra il restante 1% di non vaccinati ci fossero 10 decessi Covid, la percentuale dei decessi totali potrebbe essere usata per sostenere che muoiono più vaccinati che non vaccinati. Questo è un esempio di come potrebbero essere letti in maniera errata i dati da parte dei contestatori del vaccino, così come al contrario dai suoi sostenitori.

Chi sostiene che il dato riportato dall’ISS confermi l’efficacia dei vaccini non tiene affatto conto neanche della nota pubblicata nel report dallo stesso Istituto, fornendo dunque un’informazione scorretta.

Perché l’Iss pubblica il dato?

Partiamo dal solito e doveroso promemoria, come riportato dallo stesso report nel punto 9:

Un ciclo vaccinale completo non garantisce comunque una efficacia vaccinale del 100%. Infatti, gli studi clinici controllati hanno evidenziato una efficacia vaccinale dei vaccini in uso in Italia con valori tra l’88 e il 97%.

L’intenzione dell’Iss non è quella di dimostrare l’efficacia dei vaccini anti Covid19, quanto tenere in considerazione le caratteristiche dei deceduti con vaccinazione completa nel periodo considerato. L’analisi, inoltre, è stata fatta su un campione di 70 cartelle cliniche:

L’analisi qui presentata è basata su un campione di 70 cartelle cliniche dei 423 decessi SARS-COV-2 positivi avvenuti fino al 21/07/2021 in vaccinati con “ciclo vaccinale completo” (16.5%).

Secondo quanto riportato nel report, il campione dei deceduti Covid19 con il “ciclo vaccinale completo” risulta avere un’età media di 88,6 anni «decisamente elevata» rispetto agli 80 della totalità dei decessi Covid19. Un altro confronto tra i decessi Covid19 con e senza ciclo completo riguarda il numero delle patologie:

Inoltre, il numero medio di patologie osservate in questo gruppo di decessi [quella con il ciclo vaccinale completo, n.d.r.] è di 5,0 (mediana 5, Deviazione Standard 2,2), molto più elevato rispetto ai decessi della popolazione generale (3,7, paragrafo 3). Dopo l’insufficienza respiratoria acuta, le sovrainfezioni sono le complicanze maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo.

Riportiamo di seguito le conclusioni del punto 9 del report dell’Iss intitolato «Caratteristiche decessi SARS-COV-2 positivi con “ciclo vaccinale completo”»:

I risultati qui presentati possono avere due possibili spiegazioni. In primis, i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. In secundis, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione.

Conclusioni

Di fatto, in data 1 febbraio 2021 una piccola percentuale della cittadinanza italiana aveva ottenuto le secondi dosi di vaccino completando il ciclo competo previsto.

Il report dell’Iss riscontra che solo l’1,2% dei deceduti Covid19 da inizio febbraio al 21 luglio 2021 era completamente vaccinato, di conseguenza risulta corretto sostenere che il restante 98,8% non lo fosse.

Il report dell’Iss tiene conto di questo dato solo per finalità descrittive e non per dimostrare l’efficacia dei vaccini anti Covid19, riportando le caratteristiche delle persone decedute con o senza completa vaccinazione.

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