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Monitoraggio Gimbe, in 7 giorni decessi aumentati del 46%: «Siamo entrati nella quarta ondata»

29 Luglio 2021 - 12:07 Redazione
Tra i 12 e i 19 anni, in vista del rientro a scuola, solo 670mila ragazzi hanno completato il ciclo vaccinale: «Se la riapertura in presenza è l'obiettivo prioritario, non basta l'immunizzazione di massa. Ci sono tante criticità da risolvere, dal tracciamento ai trasporti»

Nell’ultima settimana, dai casi ai decessi, passando per i ricoveri, sono aumentati tutti gli indicatori epidemiologici della pandemia da Coronavirus. Secondo l’ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe dopo 15 settimane di calo, tornano a salire le vittime: 111 nell’ultima settimana, il 46% in più rispetto alle 76 della settimana precedente. Dal 21 al 27 luglio, c’è stato un incremento settimanale del 64,8% di nuovi casi (31.963 rispetto 19.390), un aumento del 42,9% di persone in isolamento (68.510 rispetto a 47.951), un aumento del 34,9% di ricoveri con sintomi (1.611 rispetto a 1.194) e del 14,5% delle terapie intensive. Dati, che secondo la fondazione Gimbe, dimostrano che «di fatto siamo entrati nella quarta ondata».

L’impatto sugli ospedali finora è ridotto

Il virus «circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati», spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «a causa dell’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi». Nell’ultima settimana, si è inoltre registrato un lieve incremento dei ricoveri che documenta l’impatto ospedaliero della variante delta: il numero di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono basse, con tutte le Regioni che registrano molto valori inferiori al 15% per l’area medica e al 10% per l’area critica.

Gimbe | L’andamento dei decessi per Covid-19.

Guardando ai dati della campagna vaccinale, delle oltre 4,5 milioni di persone tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Pertanto, in questa fascia di età il 68,5% (pari a 3.121.710 persone) risulta ancora totalmente scoperto. «Se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario – scrive la Fondazione – puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso». Secondo Cartabellotta, nonostante il via libera di Aifa al vaccino Moderna per la fascia 12-17 anni, la quantità di vaccini a mRNA non è sufficiente per ampliare massivamente a breve termine la platea dei vaccinandi.

Gimbe | I dati sui giovani non vaccinati.

La vaccinazione di massa «è la via maestra per tornare a scuola in sicurezza – conclude Cartabellotta – ma è indifferibile affrontare tutte le criticità emerse durante lo scorso anno che hanno ostacolato le lezioni in presenza. Dall’areazione dei locali, a efficaci strategie di screening periodico di studenti e personale, da nuove regole per i trasporti locali allo scaglionamento degli orari di ingresso. Anche perché, per gli studenti under 12 non è ancora disponibile alcun vaccino». Mentre tra il personale scolastico, il 78,2% (1.142.383 persone) ha completato il ciclo e il 6,6% (97.185) è in attesa della seconda dose, ma il 15,2% (221.354) non ne ha ancora ricevuto nessuna.

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