Riforma della giustizia, c’è l’accordo in Cdm sui reati di mafia: via libera anche del M5s
Dopo una giornata convulsa, tra tensioni politiche e intermediazioni, arriva il via libera alla proposta di modifica del processo penale: c’è l’accordo tra le parti politiche, ci sarà probabilmente la riforma della giustizia Cartabia. Iniziato con due ore di ritardo per le consultazioni interne del M5s, il Cdm era iniziato subito con i nodi legati all’improcedibilità per l’articolo 416 bis, che punisce i delitti col «fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose».
Cartabia: «Accordo rappresenta momento significativo»
«È un momento molto importante, c’è l’impegno a ritirare gli emendamenti con l’obiettivo di accelerare i lavori in parlamento prima della pausa estiva». Con queste parole il ministro della Giustizia Marta Cartabia commenta il risultato del vertice a Palazzo Chigi. «Abbiamo apportato degli aggiustamenti», prosegue la guardasigilli, «per garantire una giustizia celere nel rispetto della ragionevole durata del processo, senza che nessuno dei procedimenti vada in fumo». Secondo Cartabia, in particolare, i punti più importanti della riforma restano quelli di «una norma transitoria per arrivare ai termini che ci eravamo dati e un regime particolare per quei reati che nel nostro Paese hanno destato allarme sociale, come mafia e violenza sessuale». Per la ministra le modifiche daranno «la possibilità di proroghe che potranno essere prorogate per arrivare fino in fondo».
Conte: «Premiati dopo giornata impegnativa»
Le perplessità dei grillini, che chiedevano l’inclusione dell’articolo nella lista di quelli compresi nella bozza della riforma, si sono sedimentate solo con la proposta di Andrea Orlando e del Pd: una deroga esplicita ci sarà nella fase transitoria con possibilità di estensione dei termini fino a 5 anni a regime per l’aggravante mafiosa. Al momento la linea di Mario Draghi sembra essere stata premiata dai risultati del vertice, al quale seguirà dalle 19:15 anche la riunione dei capigruppo alla Camera. «Non è la nostra riforma ma abbiamo lavorato per dare un contributo a migliorarla», ha detto alla stampa Giuseppe Conte a ridosso del vertice. «I processi per mafia e terrorismo non si estinguono, è un risultato così come lo è anche anche quello ottenuto per i processi per violenza sessuale, che non diventano prescrivibili. Mi fanno riflettere», aggiunge il leader dei pentastellati rassicurando su eventuali fughe di parlamentari Cinque Stelle dai gruppi, «le opposizioni della Lega: dovremmo essere uniti nella lotta alla mafia e poi si scappa via. Mi rammarica».
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