Cosa sono i “twisties”, i «demoni» di cui soffre Simone Biles che l’hanno spinta al ritiro da Tokyo 2020
«L’amore e il sostegno che ho ricevuto mi hanno fatto capire di essere più dei miei successi, cosa che non avrei mai creduto prima». Sono state queste le parole di ringraziamento della stella della ginnastica Simon Biles per tutti i messaggi di supporto ricevuti dopo il suo ritiro dalla finale a squadre di ginnastica artistica di Tokyo 2020 per «affrontare i demoni» della sua testa. Demoni che adesso hanno un nome: «twisties». Bisogna conoscere lo slang della ginnastica per provare a capire cosa sia quel pauroso senso di vuoto, quasi si galleggiasse nello spazio, quando si volteggia in area e si perde qualsiasi punto di riferimento. Una ordinaria vita da atleta olimpica ha risvolti di paure e sofferenza che la vicenda Biles sta (finalmente) facendo emergere, e che gli Stati Uniti, dove più di un editorialista di destra si è scagliato contro l’«egoismo» di Biles, ora scandagliano con curiosità quasi morbosa.
«Come lanciarsi nel vuoto senza che si apra il paracadute»
«Nel 2016 vinsi un bronzo al volteggio, ma per farlo ho dovuto affrontare i miei twisties», aveva raccontato in un documentario la ginnasta svizzera Giulia Steingruber. «Giravo su me stessa e non avevo più la sensazione di dove fossi. Era orribile, una sensazione di vuoto. Ritrovavo un riferimento solo quando impattavo a terra». E può essere molto doloroso se si esegue un amanar, il salto all’indietro con due avvitamenti e mezzo che comportano capriola e avvitamento insieme: quello che doveva essere il colpo da maestro di Simone Biles, ma per la farcela oltre a molto talento serve una dote necessaria che i medici chiamano propriocezione, ovvero la percezione del proprio corpo. «Negli allenamenti del mattino ho i twisties», ha raccontato la pluricampionessa per spiegare i suoi «demoni», e pochi hanno capito a cosa si riferisse, tecnici a parte.
Si tratta di una sorta di blocco mentale che durante l’esecuzione di esercizi aerei fa perdere l’orientamento nello spazio, e che può diventare pericoloso: «Non hai assolutamente alcun controllo sul tuo corpo e su ciò che fa nello spazio. Ci vogliono attrezzature specifiche e tempo per superarlo», ha spiegato al Guardian la ginnasta Usa Aleah Finnegan. Mentre Christina Myers, ex ginnasta e ora allenatrice a Birmingham, in Alabama, ha detto alla Bbc che i twisties si verificano «quando il tuo cervello e il tuo corpo si disconnettono», suggerendo di immaginare di fare paracadutismo ma senza il paracadute che si apre. Diverse campionesse sui social hanno ammesso di aver sofferto di twisties dopo le dichiarazioni di Biles, che ha il merito di aver scoperchiato il vaso di Pandora rispetto al tema, sommerso, della salute mentale nel mondo dello sport.
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