Focolai e ricoveri in crescita nei luoghi delle vacanze: così Sicilia e Sardegna rischiano la zona gialla
I focolai di Covid-19 e il conseguente aumento dei ricoveri fanno rischiare i luoghi delle vacanze d’Italia. E Sicilia e Sardegna cominciano a vedere il fantasma della zona gialla. Nonostante i parametri cambiati dal decreto del 22 luglio. E proprio a causa della diffusione del Coronavirus tra i turisti. Ma anche altre regioni vedono l’aumento dei cluster legati alle ferie: tra queste Calabria (al 9% dei ricoveri ordinari), ed Emilia-Romagna. Mentre le ospedalizzazioni sono in crescita anche nel Lazio (le terapie intensive sono al 5%) e in Liguria (6%). E i governatori delle regioni a rischio. La Sardegna si ritrova già potenzialmente nei guai: il tasso di ricoveri nelle terapie intensive è arrivato alla soglia del 10% e questo è uno dei due parametri da superare per finire in zona gialla (l’altro è l’occupazione dei reparti ordinari al 15%). Repubblica racconta oggi che è più che raddoppiato, visto che la settimana scorsa era al 4%, ma quello degli ordinari è ancora al 5% e questo consente ancora di respirare per qualche tempo. Intanto i positivi si concentrano nel sud dell’isola e in particolare nella zona di Cagliari, dove sono passati da poche decine ad alcune centinaia e l’incidenza sta esplodendo: 136 casi ogni centomila abitanti secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute.
Intanto, spiega ancora il quotidiano, i turisti arrivano: 450 mila a luglio, 83 per cento in più nello scalo di Cagliari rispetto al 2020. Chi arriva non deve esibire nulla, né registrarsi. Alla fine la preannunciata ordinanza di Solinas è rimasta lettera morta. Così come i test anti-Covid, annunciati a giugno. E nel frattempo nei paesini tornano i bollettini dei sindaci, accompagnati da divieti tramite ordinanza municipale: funerali contingentati, stop a partite, feste e addirittura al biliardino. Dalla Regione però arrivano parole di rassicurazione: «Occorre la massima attenzione, ma non siamo a rischio», fa sapere l’assessore della Sanità, Mario Nieddu. «Ci avviciniamo ai massimi livelli di immunizzazione». Per ora è stato coperto con la seconda dose il 58,48 per cento della platea di un milione e 484mila over 12.
I ricoveri ordinari si avvicinano ai limiti anche in Sicilia, che è all’11% e ha uno dei tempi di raddoppio più bassi secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). L’indicatore, spiega ancora il quotidiano, prova a prevedere in quanto tempo i ricoveri raddoppieranno. Con 20 giorni, la Sicilia ha uno dei tassi di crescita più alto. L’ultimo focolaio è scoppiato a Pantelleria, dove una festa con un centinaio di persone ha provocato 70 positivi: tre sono stati ricoverati in terapia intensiva intubati. L’ultimo è stato trasferito in elisoccorso la scorsa notte. I positivi sono tutti residenti a Pantelleria. «I medici dell’Usca e dell’Asp sono riusciti già a tracciare tutti i partecipanti alla festa e sono tutti messi in isolamento domiciliare – ha detto il sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo – A Pantelleria la metà della popolazione è vaccinata, i positivi sono quasi tutti non vaccinati. Un motivo in più per vaccinare e rendere finalmente l’isola Covid free».
Adesso il rischio è l’arrivo della zona gialla durante l’estate: gli ospedali, che fino a un mese fa si svuotavano, da due settimane sono tornati a riempirsi di positivi. Ieri 806 contagi e 16 nuovi ricoveri, ma soprattutto c’è il 12 per cento di occupazione nei reparti ordinari e il 5 per cento in Rianimazione. La regione è quindi sempre più vicina alle soglie del 15 e del 10 per cento fissate dal governo per il cambio di colore. A questo ritmo, pronostica Repubblica, l’Isola potrebbe dire addio alla zona bianca a ridosso di Ferragosto, con il tutto esaurito negli alberghi e nelle località turistiche. Sarebbe un disastro. Il governatore Nello Musumeci ha disposto l’obbligo di test del tampone per chi arriva in Sicilia da Malta, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia e Olanda. E ha ripristinato un servizio di screening gratuito in porti e aeroporti. A Punta Raisi, a luglio, sono stati rintracciati 109 positivi su 24.500 test eseguiti.
Gli altri focolai d’Italia
In giro per la penisola ci sono altri focolai. Uno si è sviluppato in una colonia estiva per ragazzi nel comune di Lago, nel cosentino. Tutto è partito da un bambino risultato positivo ad un test anticovid antigienico, mentre sulla pagina Facebook del Comune è riportata la positività di un cittadino che avrebbe avuto contatti con persone ospiti della colonia. Ora si è arrivati a quota 31. L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha inviato sul posto un pool di sanitari per accertarsi delle reali condizioni degli ospiti della colonia e avviare tutte le procedure previste per contenere la possibile diffusione del virus. Sono invece oltre un centinaio le persone finite in isolamento a seguito di un focolaio di coronavirus sviluppatosi a Modigliana, piccolo comune del Forlivese, fra una quarantina di giovani al rientro da un viaggio parrocchiale in Valle d’Aosta. I ragazzi, tutti minorenni, hanno viaggiato in pullman insieme e al rientro hanno avuto contatti con parenti e amici facendo così salire a 131 le persone in isolamento fiduciario. «La situazione non va sottovalutata» per il sindaco della cittadina romagnola, Jader Dardi. I casi positivi sarebbero non gravi e in prevalenza asintomatici. Nei giorni scorsi le notizie di altri focolai in Puglia, nel Gargano e nel Salento. E poi Rimini e Riccione.
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