Green pass obbligatorio per gli studenti universitari: le novità per gli atenei nel decreto di Draghi
Il Green Pass obbligatorio per gli studenti universitari è una delle norme contenute nel decreto legge del governo Draghi Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, in materia di università e dei trasporti licenziato ieri dal Consiglio dei ministri. La norma prevede che anche gli studenti universitari debbano possedere la Certificazione Verde Covid-19 per assistere alle lezioni e frequentare gli atenei e specifica che la popolazione studentesca sarà sottoposta a controlli a campione. Si prevede inoltre una maggiore tutela legale per il personale scolastico e universitario a condizione che rispetti le norme del decreto e le misure stabilite dalle linee guida e dai protocolli.
Cosa c’è nel decreto legge di Draghi
Il decreto prevede inoltre che le Università possano derogare alle misure solo per le attività a cui partecipino solo studenti vaccinati o guariti, mentre al Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo è demandata l’organizzazione e la realizzazione di un piano di screening della popolazione scolastica. La norma fa parte del pacchetto che riguarda la scuola e che prevede che nell’anno accademico e scolastico 2021-2022 l’attività sia svolta in presenza, a meno che non decidano diversamente presidenti di regione o sindaci e in presenza di zone arancioni o gialle o di focolai. Il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa al termine del Consiglio dei Ministri ha spiegato la logica del provvedimento, arrivato a sorpresa rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi: «Vogliamo che il ritorno nelle aule, nei laboratori, nelle biblioteche delle università e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica sia per tutti – studenti, ricercatori, professori, personale tecnico amministrativo – il più sicuro possibile, prevedendo sempre misure di salvaguardia per gli studenti più fragili che non dovessero riuscire a partecipare in presenza». Nel dettaglio per scuola e università il decreto prevede:
- l’obbligo di mascherina, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai sei anni, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, per i soggetti impegnati nelle attività sportive;
- una deroga all’obbligo di mascherina se alle attività partecipano solo studenti vaccinati o guariti;
- il divieto di accedere o permanere nei locali scolastici ai soggetti con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37,5°.
Nuovo decreto Green Pass: a casa senza stipendio i prof anche all’università
«Ancora una volta – ha concluso Messa – l’università fa da apripista di un’importante azione civica grazie a tutta la sua comunità, dai professori agli studenti. Questi ultimi, sono certa, daranno ancora una volta un grande esempio e saranno il vero motore della ripresa». I docenti della scuola e dell’università e tutto il personale scolastico deve ottemperare all’obbligo di Green Pass, da ottenere anche attraverso il test del tampone negativo. Altrimenti non può svolgere lezioni o lavorare negli istituti. Dopo cinque giorni l’assenza sarà considerata ingiustificata. In questo caso scatta anche la sospensione dello stipendio. Il testo della bozza del decreto infatti recita: «Il mancato rispetto delle disposizioni è considerata assenza ingiustificata e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato».
Secondo il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi il Green Pass a scuola è un modo surrettizio per introdurre l’obbligo di vaccino: «Il governo – dice all’AdnKronos – nelle sue determinazioni che obbligherebbero il personale al green pass, si dovrà assumere anche la responsabilità di definire prerogative e tutele per chi il vaccino non può fare per motivi sanitari. Restano da definire anche misure di santificazione dell’aria e il distanziamento che non può che essere fatto riducendo il numero di alunni per classe, ovvero dividendo la classe in gruppo e per questo serve la garanzia dell’organico Covid che non può che essere strutturato sull’intero anno scolastico. Infine – conclude – al di la di suggestioni estemporanee come il mobility manager, serve un progetto di trasporti che consenta il distanziamento».
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