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Il Sud ancora nella morsa degli incendi: due morti in Calabria, stato di emergenza in Sicilia

06 Agosto 2021 - 20:08 Luca Covino
Resta elevata l'allerta anche in Sardegna e Abruzzo. Patuanelli: «Situazione sempre più grave. Il governo non resterà a guardare»

Nelle ultime ore si sono intensificati gli incendi che stanno piegando diverse regioni italiane, specialmente tra Centro e Sud del Paese. Le fiamme stanno distruggendo ampie porzioni del territorio soprattutto in Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Calabria. Proprio nel Reggino, in località San Lorenzo, due persone sono rimaste vittime degli incendi che sono divampati nella zona. E il sindaco Giuseppe Falcomatà ha chiesto lo stato d’emergenza, sulla scia di quanto deciso in Sicilia. «In queste settimane la situazione degli incendi in tutta Italia è andata aggravandosi sempre più. Il Governo non resterà inerme davanti a tanta devastazione», ha garantito il ministro Stefano Patuanelli.

La situazione in Calabria

Nonostante i soccorsi e l’intervento dei Vigili del fuoco, in Calabria la situazione peggiora col passare delle ore. Tra i comuni colpiti ci sono San Lorenzo, Roccaforte del Greco, Condofuri e Roghudi, oltre a Reggio Calabria. Ed è proprio il Comune reggino che in una nota firmata dallo stesso sindaco lancia l’allarme: «Il territorio della Città metropolitana è devastato dagli incendi con montagne e colline che continuano a bruciare». In particolare, l’area grecanica risulta tra le più colpite per via degli ettari andati letteralmente in fumo. I roghi, tuttavia, hanno investito anche abitazioni e sedi aziendale, e al momento la situazione «non è sotto controllo». Perciò lo stesso primo cittadino ha chiesto lo stato d’emergenza per Reggio Calabria: «La Regione Calabria deliberi lo stato d’emergenza», ha detto Falcomatà, «siamo di fronte ad un disastro ambientale di proporzioni gigantesche». Nel pomeriggio, intanto, è stata confermata la morte di due persone: si tratta di un uomo, rimasto circondato dalle fiamme mentre si trovava in una stalla, e di una donna, rimasta uccisa nella propria abitazione.

Lo stato d’emergenza in Sicilia

La piaga degli incendi sta colpendo duramente anche le isole. In Sicilia, è stato dichiarato lo stato d’emergenza dopo che per settimane le fiamme hanno devastato flora e fauna locale, provocando danni per milioni di euro anche a infrastrutture e centri abitati. In Sicilia, già al centro di roghi nei boschi e nelle aree rurali incolte, le alte temperature hanno peggiorato la situazione. E il caldo previsto nei prossimi 14 giorni rischia di aggravarla ulteriormente. «Una stima completa di tutti i costi relativi agli interventi improcrastinabili per il ripristino delle condizioni di sicurezza, il ritorno alla normalità e la riduzione del rischio è ancora in corso», spiegano dalla Regione in una nota del presidente Nello Musumeci. «L’intensità delle fiamme sta mettendo a dura prova lo spegnimento degli incendi e l’assistenza alla popolazione», dice il governatore. Sul territorio stanno operando insieme ai soccorsi anche centinaia di associazioni di volontariato impegnate ad assistere gli abitanti.

I numeri di Legambiente

Secondo le informazioni diffuse da Legambiente, e che anticipano il rapporto sui roghi nel contesto delle Ecomafie, i gravi incendi hanno un’estensione «raramente osservata finora». La forte velocità con cui le fiamme si propagano hanno un’intensità «superiore ai 10mila chilowattora per metro e una velocità di 3 chilometri orari». Stando ai dati contenuti nel dossier, inoltre, solo nel 2020 «è bruciato il 18,3 per cento del territorio in più rispetto all’anno precedente». Non si tratta solo di un quadro peggiorato dal caldo afoso e dalle temperature elevate, ma anche di una pratica ben radicata nelle pratiche mafiose, spiega il report. Che si tratti di liberare aree-latifondo da destinare ad altri scopi redditizi per i clan, o di eseguire una vendetta, i reati accertati di incendi dolosi e colposi «sono aumentati dell’8,1 per cento», mandando in fumo oltre 62mila ettari in tutto il Paese. Solo il 2 per cento degli incendi registrati, è provocato da cause naturali.

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