I numeri in chiaro, Taliani: «Un nuovo sistema a colori? Utile per le aree turistiche. Sì alle mascherine all’aperto in vacanza»
Lunedì 9 agosto la curva dei contagi da Coronavirus scende, contando 4.200 nuovi positivi contro i 5.735 del monitoraggio di ieri e registrando 22 decessi (ieri erano 11), mentre il tasso di positività è pari al 4,1% (ieri 2,8%). «Guardando meno all’andamento giornaliero che è sottoposto a molte variazioni, e osservando invece quello settimanale possiamo dire che riscontriamo una situazione di stabilità, dove il tasso di positività non è impressionante», dice a Open Gloria Taliani, professoressa ordinaria di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma. La dominanza della variante Delta rimane un elemento costante in questo momento epidemiologico, come costante, fortunatamente, rimane il dato nazionale di accessi in terapia intensiva, sottolinea Taliani (oggi +39 ingressi). Ingressi che sono invece in crescita nelle regioni del Sud e nelle isole, in particolare Sicilia e Sardegna, che lasciano intravedere possibili cambi di colore nelle prossime settimane. In Sardegna (oggi 6.670 nuovi casi) il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid è arrivato all’11%, oltre la soglia del 10% indicata come uno dei nuovi parametri principali per il passaggio in zona gialla. Alla Sicilia (oggi 14.939 nuovi casi), invece, il tasso più alto di occupazione dei posti letto nei reparti di area ‘non critica’, con il 13%, anche se ancora sotto la soglia prevista del 15%.
Il sistema a colori nelle Regioni
«Indubbiamente Sicilia e Sardegna, aree di grande affluenza turistica, sono in questo momento l’epicentro dell’epidemia», osserva Taliani, sottolineando che alcuni sindaci di località turistiche «hanno giustamente chiesto che in zone di vacanza, dove ci sono affollamenti di persone, venga indossata la mascherina all’aperto». Per la professoressa un sistema regionale a colori potrebbe essere auspicabile se basato unicamente sugli ingressi negli ospedali: «Una diversificazione per zone avrebbe senso non tanto sulla base del tasso di positività, quanto sulla base dell’affluenza nelle strutture assistenziali. Se dovesse iniziare una tensione nei reparti di assistenza bisognerà istituire un cordone di sicurezza rappresentato dal colore regionale», spiega la professoressa, che ritiene sarebbe utile modulare le restrizioni sulla base degli accessi nei reparti di degenza a livello locale.
Cosa gli insegnano gli esempi di Regno Unito e Israele
Intanto, dal Regno Unito arrivano notizie incoraggianti: si registra un graduale calo dell’impatto della variante Delta sui contagi che diminuiscono (oggi 25.161, 2 mila in meno di ieri) e il numero di decessi (37, ieri 39). Il 75% degli over 18 è vaccinato: una barriera protettiva che dimostra di tenere a 20 giorni dalle aperture generalizzate. «Abbiamo a disposizione due interessanti laboratori, rappresentati dal Regno Unito e da Israele, che anticipano gli eventi rispetto a quello che possiamo aspettarci», spiega Taliani. «Il Regno Unito ci dimostra l’effetto di una ampia protezione vaccinale: gli inglesi possono contare su una vasta platea immunizzata con una dose. Noi raggiungeremo la loro soglia tra almeno un mese, in concomitanza con la riapertura delle scuole». L’esempio di Israele invece, spiega Taliani, «è un laboratorio interessante per la scelta – in Italia non ancora compiuta – dell’eventuale terza dose di vaccino, e a quali categorie riservare questa ipotesi. Israele ha deciso di somministrarla alle persone fragili e anche agli over 60 che hanno ricevuto la seconda dose da almeno cinque mesi. Sicuramente nell’incertezza su come agire, osservare l’andamento epidemico di Israele potrebbe essere di aiuto», sostiene Taliani.
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