Zangrillo ci riprova: «Basta terrore, pensiamo ai veri malati. A fine agosto tornerà tutto normale»
Basta diffondere bollettini sui dati Covid, basta parlare di posti letto occupati, basta scienziati che spiegano il virus. L’appello controcorrente arriva dal professor Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare e Referente direzionale aree cliniche dell’ospedale San Raffaele di Milano. Sempre fuori dal coro, famoso anche per dichiarazioni passate come «il virus è clinicamente inesistente», oggi parla di una «devastante campagna del terrore» che mass media, virologi e governo insieme, starebbero portando avanti «spaventando la gente e distruggendo drammaticamente le relazioni sociali». Intervistato dal Corriere della Sera, il primario si scaglia prima contro i bollettini nazionali di Protezione civile e ministero della Salute sui dati di diffusione del virus in Italia: «Li trovo inutili e dannosi. Rincorrendo i numeri e le fantasie di pseudo scienziati perdiamo di vista le basi fondamentali dell’umanità», dice. Per poi accusare la «campagna del terrore» di distogliere l’opinione pubblica e la scienza «dai veri problemi». Secondo Zangrillo sarebbe arrivato il momento «oggi più che mai, di occuparsi degli altri malati: gli oncologici, i cardiopatici, chi ha malattie neurologiche e patologie croniche. Sono malati dimenticati, con situazioni che si stanno riacutizzando e che rischiano di aggravarsi in modo irrimediabile». Un’inversione di rotta «per non incorrere nel rischio di finire nelle secche solo per inseguire i malati di Covid».
Il professore non nega la situazione di aumento progressivo di contagi e ricoveri legati al virus, sottolineando come le vaccinazioni siano l’unico strumento per tenere a bada i numeri. Ma dall’altra parte racconta per esperienza di una situazione che appare sotto controllo: «Al Pronto soccorso del San Raffaele si sta presentando un numero maggiore di positivi che, però, nella maggior parte dei casi possono essere subito mandati a casa». E ancora: «I ricoveri riguardano chi non si è vaccinato. Ma non voglio ripetere cose ormai risapute e dette da altri». In quanto alla “campagna del terrore” che il professore non smette di citare, inutile sarebbe continuare ad allarmarsi per la saturazione dei posti letto in Sicilia e Sardegna, al momento le due Regioni più a rischio zona gialla. «Sono tutti concentrati su questa questione. Ma mi sembra evidente che lì la situazione è così perché ai problemi degli abitanti si sommano quelli dei turisti» spiega Zangrillo, e rassicura: «da fine agosto tutto tornerà nella normalità».
«Il governo si preoccupi di chi sta davvero male»
A proposito di fine agosto, la ripartenza prevista per lavoro e scuole porterà per il professore «a ben altro rispetto ai malati di Covid». Il vero rischio evidenziato è quello della «riacutizzazione delle patologie croniche di altro tipo». Per questo la proposta di Zangrillo al governo Draghi è l’idea di «una cabina di regia che, nel rispetto dell’autonomia delle Regioni, fissi obiettivi e metta risorse per tornare a seguire chi sta davvero male». «In agenda, poi» continua il professore, «bisogna tornare a mettere il tema della prevenzione che nel breve periodo porta a spendere, ma che sul lungo fa risparmiare il servizio sanitario e dà qualità di vita».
«No vax? Degli asini»
In quanto al virus il primario non ha dubbi: «Bisognerà solo far capire bene che chi si vaccina è protetto dalla malattia in forma grave e dal rischio di morte. E per farlo capire, ritorno al punto di partenza, occorrerà smetterla di comunicare il numero dei contagi che da soli non dicono nulla». Sulla sensibilizzazione a tema vaccini Zangrillo sembra però nutrire una certa sfiducia nei confronti della fronda no vax. «L’asino non diventerà mai un purosangue! Non lo dico, beninteso, in tono offensivo. Mi limito a un dato di fatto», dice, riferendosi all’ipotesi di un cambio di idee da parte degli scettici. «Come scritto anche da Nature, quasi il 20% della popolazione non si vaccinerà. E su questo c’è poco da fare. C’è uno zoccolo duro di scettici che è difficile da scalfire». In ogni caso lo strumento di persuasione non può passare parlando di Green pass o di obbligo vaccinale: «Da medico preferisco agire dando l’esempio di ciò che va fatto».
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