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Le navi Resq People e Geo Barents con 380 migranti al largo della Sicilia: «L’Italia ci dia un porto sicuro»

17 Agosto 2021 - 07:45 Redazione
resq people medici senza frontiere naufraghi
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L'ex magistrato Gherardo Colombo, presidente di Resq People: «Da Malta è arrivato un no mentre il Viminale non ha ancora risposto agli appelli»

La Resq People e la Geo Barents di Medici senza frontiere si trovano attualmente al largo delle coste della Sicilia. La prima con 166 migranti, tra cui 12 minori e bimbi sotto i 5 anni, uno dei quali di nove mesi, ha cercato riparo dal vento a circa 15 miglia dalla costa tra Siracusa e Augusta. Il team, di cui fa parte anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, ha chiesto più volte l’assegnazione di un porto sicuro. L’altra nave, con 214 persone soccorse, si trova al largo di Lampedusa. L’ex magistrato Gherardo Colombo, presidente di Resq People, dice al Corriere della Sera che da Malta è arrivato un no mentre il Viminale non ha ancora risposto agli appelli.

«Secondo me devono intervenire le autorità italiane», dice Colombo. L’articolo 10 della Costituzione, la legge delle leggi, parla chiaro. Tutti coloro che nel loro Paese non possono usufruire di libertà democratiche hanno il diritto di essere accolti. E noi il dovere di accoglierli. Dalla nave lo hanno chiesto a tutte le autorità». Secondo l’ex pm di Mani Pulite sulla nave ci sono 166 persone, con minori, incluso un bambino di nove mesi: «Attualmente sono in condizioni sanitarie discrete anche se psicologicamente molto provati. Ma restare così ammassati può favorire l’insorgere di problemi». Colombo dice che le autorità maltesi hanno risposto all’appello dicendo alla nave di andare in Germania visto che batte bandiera tedesca: «Ma bisognerebbe arrivare nel Mare del Nord. Serve un porto più sicuro».

Intanto, fa sapere il quotidiano, dal Viminale non arrivano risposte ufficiali ma è quasi certo che si opererà mettendo prima in sicurezza i naufraghi sulle navi militari, dove saranno sottoposti a test Covid e quarantena, e poi si cercherà di distribuire i migranti in piccoli gruppi su tutto il territorio. D’altronde, come ha fatto notare Lamorgese, di tutte le navi Ong bloccate «non una è tornata indietro. Non mi risulta. I migranti sono tutti entrati nel circuito dell’accoglienza», pure quando era ministro Salvini. Poco fa è arrivato anche l’appello di Cecilia Strada: «Le navi di soccorso sono fatte per soccorrere, non per aspettare. Abbiamo chiesto a tutte le autorità competenti un porto sicuro dove far sbarcare queste persone, che hanno già patito abbastanza. Confidiamo di riceverlo al più presto».

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