Rave Viterbo, concluso lo sgombero: «L’area è stata liberata, non c’è più nessuno» – Il video
«L’area è stata liberata. Non c’è più nessuno all’interno». A dirlo è il sindaco di Valentano Stefano Bigiotti, in merito alle operazioni nella zona interessata dal maxi rave nel Viterbese andato avanti per giorni. «Le operazioni si sono svolte nel massimo rispetto delle persone. Ora sono già al lavoro per rimuovere al più presto i rifiuti lasciati nel terreno». La polizia è arrivata all’alba sul lago di Mezzano a Valentano. Dalle 6.15 di questa mattina le forze dell’ordine si sono schierate all’ingresso mentre una ventina di blindati si è diretta verso la zona del rave con due squadre di cinofili e alcune ambulanze. Sul posto ci sono anche la Guardia di Finanza e i carabinieri. Nel corso della notte alcuni camper e automobili hanno lasciato il luogo della festa dopo essere stati identificati dalle forze dell’ordine presenti ai posti di blocco. Si sono formate file chilometriche all’uscita delle campagne di Valentano dove le forze dell’ordine controllano le automobili una ad una. Un elicottero sorvola la zona. Oltre duemila gli identificati. A Campi di Bisenzio sulle rive del lago di Bolsena la polizia ha subito sgomberato 300 persone che si erano radunate con camper e automobili.
L’arrivo della polizia
Secondo la questura di Viterbo nelle ore notturne si è verificato un notevole afflusso in uscita di mezzi provenienti dal rave del lago di Mezzano. Nei varchi di uscita viterbesi presidiati i partecipanti all’evento sono stati identificati. Non si sono registrate finora particolari criticità inerenti all’ordine e alla sicurezza pubblica. Il rave è iniziato la notte fra il 13 e il 14 agosto. La festa, che ha toccato il picco di 10 mila presenze a Ferragosto, è proseguita anche dopo la morte di Gianluca Santiago, uno dei partecipanti ritrovato lunedì nel lago di Mezzano, a poche centinaia di metri dal terreno dove si sta svolgendo il raduno. I magistrati sono in attesa dei risultati dell’autopsia disposta per accertare le cause. Si registrano anche 5 ragazzi portati all’ospedale della vicina Pitigliano, in provincia di Grosseto, per l’abuso di alcol. Quattro sarebbero finiti in coma etilico. Alcuni partecipanti hanno raccontato di cani morti sotto il sole.
Il rave è stato convocato via Telegram e la scadenza inizialmente era prevista il 23 agosto. Ma ieri pomeriggio gli organizzatori hanno dichiarato la resa con un volantino digitale intitolato “Game Over: the teknival is ending». Poche righe di commiato dirette ai partecipanti: «Ciao a tutti, viste le orribili vicende accadute allo Space Travel, gli organizzatori hanno deciso di staccare e smontare. Le entrate sono tutte presidiate dalla polizia e purtroppo un secondo ragazzo se n’è andato. Restate a casa, è una questione di rispetto per questi due ragazzi». La morte di una seconda persona, così come quella di una donna che ha partorito durante la festa, non è stata confermata dalla polizia.
Perché la polizia non ha sgomberato prima il rave?
L’area occupata è la sede di un’azienda agricola. «È accaduto tutto in una notte, li abbiamo trovati con i miei operai al mattino. Abbiamo denunciato ma non è accaduto nulla», ha raccontato il proprietario del terreno Piero Camilli a La Stampa. E ancora: «Hanno rotto un cancello per entrare, rubato il gasolio, pezzi di trattore, i cani di chi sta partecipando al rave party hanno ucciso le mie pecore. Vendono eroina e cocaina sul mio terreno e lo Stato ha deciso di trattare? Perdonatemi ma mi vergogno di essere italiano». Il Corriere della Sera spiega oggi perché la polizia non è intervenuta prima per sgomberare il rave: la linea scelta è stata quella soft, con i controlli nei confronti di chi lasciava la festa. Anche il comitato per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri aveva continuato a scartare l’opzione dello sgombero. «Con un numero così elevato di persone, inclusi molti giovani e giovanissimi, con tir, su un terreno ricco di sterpaglie sono troppi i rischi per l’incolumità, non tanto delle forze dell’ordine, ma dei partecipanti al rave», ha detto al quotidiano Girolamo Laquaniti dell’associazione funzionari di polizia.
Le indagini della Digos
Repubblica racconta che tutta l’organizzazione è partita dal web, su gruppi criptati ora finiti sotto la lente della polizia postale. Alla fine della doppia indagine, sul campo e in rete, la Digos invierà un’informativa alla procura: i partecipanti rischiano di finire sotto inchiesta per invasione di terreni e danneggiamento, oltre a rispondere della violazione delle norme anti-Covid. La Digos ha già allacciato i contatti con i colleghi delle forze di polizia dei Paesi di provenienza degli organizzatori: l’obiettivo, mentre la musica va avanti e fa scappare animali e turisti, è colpire la base dei rave abusivi.
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