Gli afghani che non si arrendono ai talebani: «In migliaia con Massoud per sconfiggerli»
Ci sono afghani che non si arrendono ai talebani. E si stanno unendo per lanciare una controffensiva. Che potrebbe partire a breve. Uno di questi è Ahmad Massoud, il figlio del comandante della Valle dei cinque leoni che impedì l’ingresso in Panjshir a sovietici e talebani. Ali Maisam Nazary, un suo fedelissimo, oggi spiega a La Stampa cosa sta succedendo: «Massoud sta organizzando e mobilitando la resistenza nella valle del Panjshir. Migliaia di volontari e unità dei corpi speciali delle forze di sicurezza nazionale hanno già risposto all’appello. Siamo pronti a combattere contro ogni aggressione e oppressione». La valle si trova a 150 chilometri da Kabul, vicino alla catena montuosa dell’Hindu Kush.
Ahmad Massoud e la resistenza contro i talebani
«La situazione al momento è caotica. Il governo illegittimo e corrotto di Ashraf Ghani ha causato la perdita di fiducia delle forze di sicurezza e degli apparati amministrativi e il loro sfaldamento. La sua fuga all’estero senza nomina di un successore ha creato un vuoto che i taleban hanno riempito», dice Nazary, che parla per conto di Massoud. «Accetteremo e riconosceremo solo un esecutivo decentralizzato, inclusivo e democratico – aggiunge – negozieremo se sono veramente interessati a una soluzione pacifica che garantisca i diritti e la libertà di tutti». Nella valle, riferisce il quotidiano, ci sono campi di addestramento e tre battaglioni dei corpi speciali che sono equipaggiati con armi, blindati, carri armati e pezzi di artiglieria. Nel Panjshir sono arrivati altri comandanti che hanno combattuto a Mazar i Sharif e in altre zone dell’Afghanistan. La valle rappresenta l’ultimo baluardo di resistenza ai talebani, così come lo è stata per due volte con il comandante Massoud, considerato la prima vittima dell’attacco all’America, ucciso il 9 settembre 2001 da due terroristi di Al Qaeda travestiti da giornalisti.