Dalla Serie A alla Promozione, Borja Valero giocherà per il Centro Lebowski di Firenze: «In loro rivedo me»
Firenze e Borja Valero, un legame indissolubile. Il centrocampista spagnolo, infatti, ha scelto di rimanere a vivere con la famiglia nel capoluogo ancora un po’, stavolta non nella Viola, ma nel Centro Storico Lebowski, squadra nata nel 2010 e sostenuta da un azionariato popolare che le ha permesso di centrare due promozioni. In seguito a un’estate di colpi a suon di milioni e voci continue di calciomercato, lo spagnolo approda in Promozione dopo le esperienze al Real Madrid e al Villareal, la parentesi in Premier League e l’approdo in Italia alla Fiorentina e all’Inter. L’annuncio ufficiale del passaggio del calciatore è stato dato ieri, 19 agosto.
Un calcio romantico
I primi contatti con “Il Sindaco”, come è affettuosamente chiamato dai tifosi fiorentini, risalgono già a fine luglio, quando il Centro pubblicò un post che fece salire l’entusiasmo dei tanti tifosi che seguono i nerogrigi in giro per i campi intorno Firenze. Valero ha un forte legame con la Città del Giglio e la scelta di andare al Lebowski è legata a questo e al fatto che «in loro rivedo me», ha detto in un’intervista al Corriere. Il progetto di questa squadra, infatti, è basato sull’inclusività e un certo tipo di calcio, meno patinato e più romantico rispetto a quello moderno. La squadra gioca a Tavarnuzze, una frazione a pochi chilometri da Firenze, ha una curva intitolata a Moana Pozzi, sposa battaglie sociali come quella per gli operai della fabbrica Gkn licenziati e raccoglie soldi chi è in difficoltà, come gli alluvionati di Colonia.
«Non ho scelto il Lebowski perché volevo continuare a giocare», ha dichiarato lo spagnolo, entrato in contatto con i ragazzi della società tramite un amico giornalista e che quest’anno si dividerà tra l’attività nel calcio dilettantistico e il commento delle partite su DAZN. «L’ho fatto perché credo di poter aiutare la squadra ad avere un po’ di visibilità. I soldi nel calcio circoleranno sempre», ha proseguito, «e quando ho accettato, ho pensato a quando da ragazzino giocavo in un campetto polveroso, alimentando i miei sogni. Il Lebowski fa giocare bambini e bambine in modo gratuito e io mi rivedo in loro».
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