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Irreperibili dopo il tampone per evitare la quarantena e salvare le vacanze: scattano le denunce. Lopalco: «È epidemia colposa»

21 Agosto 2021 - 10:18 Redazione
Solo in Veneto sono stati segnalati 783 casi, 250 a Roma da inizio agosto. Si rischia una sanzione amministrativa, che va dai 400 ai 3mila euro. Ma c'è chi chiede una stretta

Dopo essere risultati positivi al Coronavirus in seguito al tampone si danno alla macchia, spegnendo i telefoni e rendendosi irreperibili. Tra tutte le Regioni d’Italia potrebbero essere migliaia. Lo fanno per sfuggire alla quarantena e, come spiega Il Messaggero, salvare le vacanze. Solo in Veneto ne hanno contati 783: tutti contagiati, tutti spariti dai radar. A Roma le segnalazioni sono oltre 250 da inizio agosto. Ma dopo le telefonate a vuoto della Asl, iniziano a scattare le denunce. «Chi è consapevole di essere positivo e si sottrae alla quarantena va incontro a un rischio penale», ha spiegato al quotidiano romano Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità del Lazio. «Omettere i dati nella consapevolezza di essere positivi significa avvantaggiare il virus e questo sicuramente può dare adito a una colposità». Il braccio destro di Nicola Zingaretti ha poi sottolineato che «è un fenomeno che ci preoccupa perché rende difficile il contact tracing, fondamentale per ridurre i contagi».

Numeri di telefono e indirizzi falsi

Tra i trucchi per evitare l’isolamento, c’è chi ha dato i numeri di telefono falsi e chi ha inventato il proprio indirizzo di casa. Per la maggior parte dei positivi che fuggono alla quarantena, la soluzione è non rispondere alle chiamate della Asl. In alcune Regioni le autorità hanno perciò scelto la linea dura, non fermandosi alla segreteria telefonica che scatta dall’altra parte della cornetta del telefono. Come spiega il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio: «Violare l’isolamento da contagiati è un atto estremamente grave, per questo da parte delle nostre Asl c’è la massima severità, ogni caso è stato denunciato alle forze dell’ordine e sarà così in futuro». L’Asl dell’Aquila ha già spedito due segnalazioni alla Questura. «Ma dopo l’intervento della Polizia, in genere queste persone collaborano», ha raccontato il direttore dell’unità di Epidemiologia dell’Asl Abruzzo 1, Enrico Giansante.

Multe fino a 3mila euro

Chi viola la quarantena rischia una sanzione amministrativa, che va dai 400 ai 3 mila euro. Ma l’assessore alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, ipotizza «il reato di epidemia colposa, perché se non si rispetta l’isolamento, sapendo di essere positivi, c’è un articolo apposito del codice penale». E aggiunge: «Abbiamo una convenzione ad hoc con le forze dell’ordine gli agenti ci aiutano a rintracciare i positivi che non si presentano. Stiamo parlando di un comportamento molto pericoloso: se viene meno il tracciamento, salta il controllo del focolaio epidemico. È un atto contro i propri affetti, ma anche contro la comunità».

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