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Vaccini inefficaci? I grafici pubblicati da Borghi per contestare Bassetti e Burioni non lo dimostrano

21 Agosto 2021 - 12:57 Juanne Pili
Perché è sbagliato usare i grafici sui casi per valutare l'efficacia dei vaccini anti-Covid

Dovrebbe essere piuttosto noto che malgrado sia stata accertata generalmente una minore carica virale nei vaccinati, i vaccini contro il nuovo Coronavirus non servono (fino a quando non si sarà prossimi all’immunità di comunità) a ridurre i casi, bensì le forme gravi della Covid. Ed è cosa altrettanto nota che oggi i ricoverati – anche rispetto alla variante delta – sono per lo più persone che non vogliono o non hanno potuto vaccinarsi. Allora perché continuiamo ad assistere a condivisioni discutibili nei Social, dove si usano i grafici sul numero di casi per mettere dubbi sull’efficacia dei vaccini? L’esempio più recente è quello del deputato Claudio Borghi, già noto per le sue affermazioni controverse sulla pandemia.

Per chi ha fretta:

  • Non si possono confrontare grafici sui casi con scale differenti e popolazioni differenti, senza tener conto delle modalità di distribuzione dei vaccini nelle varie fasce di popolazione.
  • Non ha senso stimare l’efficacia di un vaccino anti-Covid solo sulla base dei casi. Vanno considerati anche i decessi.

Analisi

Il 20 agosto 2021 il deputato Borghi della Lega pubblica il seguente tweet: «Cosa dicono oggi Bassetti e C.? Che bisogna vaccinare di più per fermare il contagio, limmunità di gregge e altre fenomenate vero? Prendiamo gli stati americani, il più vaccinato è il Vermont, 67% totalmente vaccinati, quello meno è l’Alabama, 35% Chissà la differenza! Ah no…».

Borghi posta due screen sul numero dei casi in Vermont e Alabama a sostegno delle sue dichiarazioni, rispettivamente col 67 e 35 percento di persone vaccinate. Secondo lui non si vedrebbe alcuna differenza.

Il problema, come gli fa notare il virologo Roberto Burioni, è che il primo grafico ha una scala da 0 a 300 casi (Vermont); il secondo da 0 a 7500, com’è facilmente deducibile dagli stessi screen:

Borghi, che da qualche giorno gioca a fare il virologo con scarso successo, non si è accorto che nel grafico di destra Vermont) la scala va da 0 a 300, in quello di sinistra {Alabama) va da 0 a 7500 .Il vaccino funziona.

Le due differenti scale usate nei due grafici.

Ci sono diversi casi in cui il modo in cui viene elaborata una comparazione per grafici può trarre comprensibilmente in inganno, tanto i lettori quanto veri e propri esperti, come avevamo visto analizzando i grafici esposti dalla regione Lombardia e segnalati dal Cicap. Stavolta invece parliamo di scale differenti facilmente deducibili nelle legende dei grafici, inopportunamente accostati per pura similitudine.

I due grafici sono paragonabili in proporzione?

Borghi replica, sostenendo che le proporzioni sulla base della popolazione sono corrette:

«Perché la gente crede di sapere le cose e si butta a pesce prendendo sportellate? Vediamo se così lo capite meglio. Vermont (piccolo stato USA più vaccinato) casi attuali 100, Alabama (grande stato meno vaccinato) casi attuali 2500. A Gennaio VER 200, ALA 5000. Stessa proporzione».

Abbiamo chiesto al fisico Enrico D’Urso un parere sui dati a nostra disposizione, riferiti più ampiamente a tutti quelli che hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino. «Innanzitutto si deve guardare la curva epidemica – continua D’Urso – in Alabama è in discesa mentre in Vermont è ancora in salita. Poi si deve guardare la popolazione. Il Vermont ha 625.000 abitanti, mentre l’Alabama 4.903.000 (7.85 volte più numeroso). Poi si dovrebbe guardare la vaccinazione. In Alabama è il 45% mentre in Vermont è il 75%. Quindi la distribuzione dei vaccini (la distribuzione di vaccinati per classe d’età)».

«Mettendo assieme i primi tre dati, viene che in Vermont ci sono 111 casi (media mobile degli ultimi 7 giorni, si usa la media mobile dato che le rilevazioni possono differire per festività locali o altro). Questo corrisponderebbe a 871 casi in Alabama. Sono a 2700 con la media mobile attuale, ma al 13 agosto erano a 3600».

«Dobbiamo però vedere anche i morti, perché sono quelli il vero indicatore della pandemia e di quanto sono capillari i vaccini nella popolazione. In Vermont si è a meno di 1 al giorno (diciamo 0.5 per semplicità). In Alabama la media mobile è a 27. Proporzionalmente l’Alabama dovrebbe essere con una media mobile poco inferiore a 4. Questo dimostra che i vaccini stanno funzionando egregiamente, avendo proporzionalmente diminuito di oltre un fattore 5 le morti».

«Dalla teoria delle reti, che possiamo ampliare alle reti sociali, un vaccino blocca i “link” dallo scambiarsi informazioni (la malattia). Ma dato l’R0 (quante persone può infettare un singolo malato), dobbiamo raggiungere una differente immunizzazione per poter bloccare l’infezione. Un R0 alto implica una soglia di immunizzazione sempre più alta (è differente da Rt, che è quanto la malattia si sta replicando in questo momento)».

«Quindi, finché non si raggiunge un valore sufficientemente vicino alla soglia di immunizzazione non si ha alcun calo netto e duraturo, ma ci saranno recrudescenze sporadiche. Oltre a questo, se la malattia raggiunge popolazioni poco vaccinate (anche in presenza di una vaccinazione mediamente elevata) ci possono essere recrudescenze localizzate con focolai circoscritti (pensiamo ai focolai fra gli ebrei ultraortodossi o gli amish, che tendono a rifiutare la vaccinazione)».

Conclusioni

Borghi commette due errori. Il primo, già accennato, è quello di confondere implicitamente i casi con le ospedalizzazioni. Il secondo è quello di raffrontare due immagini con prospettive diverse. Un errore che similmente viene compiuto nelle interpretazioni errate delle foto, dove prospettive diverse cambiano la percezione delle dimensioni, come abbiamo visto nelle tesi complottiste sui profughi afgani a bordo del C-17 in partenza da Kabul.

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