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Al pronto soccorso di Messina personale sanitario senza mascherine: «Tranquilli, non servono»

24 Agosto 2021 - 17:32 Redazione
La testimonianza di una ragazza: «Il mio fidanzato aveva problemi a respirare, non gli hanno fatto neanche un tampone»

All’ospedale Papardo di Messina sembra che il Covid sia solo un brutto ricordo, almeno a giudicare dalla testimonianza di alcuni pazienti lasciati senza un tampone e al cospetto di sanitari che non avrebbero rispettato minimamente le normative anti-contagio. «Tranquillo, la mascherina non serve», avrebbe detto uno di loro, secondo quanto riferito da Fanpage. Al triage, il personale sanitario non avrebbe indossato i dispositivi di protezione individuale o al massimo avrebbe tenuto la mascherina sul mento.

Cosa è successo all’ospedale di Messina

A denunciare questa situazione è stata una coppia di ragazzi che l’11 luglio scorso si è recata in ospedale a Messina. Lui, un giovane ventenne, mentre passeggiava con la fidanzata sul lungomare della città siciliana, è stato colpito da un malore seguito da vertigini, dolori al petto e difficoltà a respirare. Così il ragazzo si è recato al pronto soccorso ed è lì che ha trovato il triage trasformato «in luogo di ritrovo per il personale medico in servizio e per quello che ha appena staccato il turno». Una sorta di «bar», scrive Fanpage. «Un’esperienza da incubo, il mio ragazzo è uscito dal pronto soccorso alle 4 di mattina, senza un referto, né un tampone, né niente. Non gli hanno dato neanche i risultati degli esami del sangue, gli unici accertamenti che gli hanno fatto», ha raccontato la ragazza. Un’altra donna, poi, recatasi in ospedale per un incidente al piede, avrebbe persino chiesto maggiore attenzione a un infermiere dopo averlo visto chiacchierare con un collega nel triage senza mascherina. «Ma signora, c’è il vetro che separa il gabbiotto-triage dalla sala d’attesa», le avrebbero risposto. La Sicilia è una delle regioni che sta soffrendo di più in questa fase della pandemia e rischia di finire in zona gialla a causa del numero crescente di ricoveri e di posti occupati in terapia intensiva.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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