L’assessore di Zaia contro Durigon: «Nella Lega non c’è spazio per i fascisti»
Roberto Marcato (Lega), assessore veneto allo Sviluppo economico, ha preso più di 11 mila preferenze alle scorse elezioni ed è stato il più votato dopo il suo presidente Luca Zaia. Secondo molti sarà il nuovo segretario della Liga ma nella sua città, Padova, qualcuno non lo ama. Per lo meno a giudicare dallo striscione comparso davanti al vecchio stadio Appiani dopo un suo post di saluto a Gino Strada: «Meglio un giorno da leoni che cento da Marcato». Lui dice oggi al Corriere della Sera che lo striscione «ha sorpreso anche me perché la prima cosa che ho pensato è: ma se ne sono accorti adesso?». E poi, per essere ancora più chiaro: «Mi stupisco di chi si stupisce, perché per quel che mi riguarda l’argomento non è mai stato oggetto di equivoci: nella Lega ci sono valori non negoziabili, non c’è spazio per i fascisti. E se ci sono, vanno buttati fuori. Punto».
Nei giorni scorsi Marcato ha attaccato anche il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon per la storia del parco di Latina da intitolare ad Arnaldo Mussolini: «Spero sia stata una boutade». Marcato ha anche risposto a chi ha insultato Strada nel suo post: «Non sopporto il vostro livore. La vostra violenza e mancanza di pietà sono intollerabili». E ancora: «Io mi sono iscritto alla Lega nel 1992 perché era autonomista, nordista o meglio venetista, e antifascista », ha detto. E che la Lega sia poi stata sempre nel centrodestra, per l’assessore veneto non sposta nulla: «Quello della Lega “di destra” è un cortocircuito tutto italiano, dettato probabilmente dalle nostre posizioni, giustissime, su sicurezza e immigrazione. Ma che c’entriamo noi col fascismo, il centralismo, il culto di Roma, il nazionalismo? Nulla».
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