La prima intervista di Navalny dal carcere: «Sembra un campo di lavoro cinese. Così sono stato torturato»
Per la prima volta dal suo arresto, il politico russo Alexei Navalny ha rilasciato un’intervista dal carcere. Nelle 54 pagine di risposta alle domande messe per iscritto dal New York Times, Navalny ha parlato dei suoi 8 mesi di carcere. A gennaio, l’attivista russo, era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Mosca dopo mesi di convalescenza passati in Germania a causa delle conseguenze di un avvelenamento. Quando si pensa alle carceri russe, dice, si immaginano «uomini muscolosi tatuati, con denti d’acciaio che combattono con i coltelli per prendere il miglior lettino vicino alla finestra». Invece, «devi immaginare qualcosa come un campo di lavoro cinese, dove tutti marciano in fila e dove le telecamere sono appese ovunque. C’è un controllo costante».
Navalny: «Qui si capisce l’essenza dell’ideologia del regime di Putin»
Durante il giorno, «guardiamo film sulla Grande Guerra Patriottica», ha detto Navalny riferendosi alla Seconda guerra mondiale, «o su come un giorno, 40 anni fa, i nostri atleti hanno sconfitto gli americani o i canadesi». «Quando vedo queste cose», ha detto Navalny, «capisco molto chiaramente l’essenza dell’ideologia del regime di Vladimir Putin: il presente e il futuro vengono sostituiti con il passato – il passato veramente eroico, o il passato abbellito, o il passato completamente immaginario. Tutti i tipi di passato devono essere costantemente sotto i riflettori per allontanare i pensieri dal futuro e dal presente».
Per quanto riguarda le sue condizioni di salute, Navalny dice che sono migliorate da quando le guardie hanno smesso di svegliarlo ogni notte. «Ora capisco – ha detto – perché la privazione del sonno è una delle torture preferite dei servizi speciali. Non rimangono tracce, ed è impossibile tollerarlo». Come fatto più volte, Navalny ha poi criticato l’Europa e gli Stati Uniti per le sanzioni economiche imposte alla Russia. Per il politico russo, le sanzioni hanno danneggiato la vita delle persone comuni, e rischiano di allontanare molte persone dalla politica: «Così perdiamo alleati importanti».
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