Bologna, il deputato di Fratelli d’Italia (che si vestì da nazista) invitato alla Festa dell’Unità. Insorge la sinistra
«Fascisti su Marte? No, sono atterrati al Parco Nord». A Bologna è polemica su un ospite in particolare atteso alla Festa dell’Unità, un evento che a quanto pare non riguarda più esclusivamente la sinistra: è il deputato Galeazzo Bignami del partito di Giorgia Meloni, un volto che non va giù alla candidata sindaca per Sinistra Unita Dora Palumbo, che in un infervorato post su Facebook ha posto l’accento sull’apparente contraddizione di dare visibilità a personaggi lontani dai valori della sinistra. «Una festa, definita dagli stessi organizzatori, plurale e unitaria, dove plurale sta a significare che sul palco sarà presente anche il deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami», scrive Palumbo, sollevando una polemica relativa ad alcuni anni fa, quando, stando alle sue dichiarazioni, Bignami «indossava camicia e cravatta nera e al braccio sinistro una fascia rossa con la svastica nazista» e alcuni esponenti del Partito democratico condannarono il gesto. La candidata sindaca emiliana fa riferimento ad alcune foto scattate a una festa dove il deputato di Fratelli d’Italia venne ritratto appunto con una camicia nera e una svastica al braccio. Lui confermò l’autenticità della foto, ma la giustificò parlando di una trovata autoironica che si riferiva a diversi anni prima: «Era una festa di addio al celibato, una goliardata tra amici».
Palumbo: «Il Pd ha bisogno di confrontarsi con forze di destra per apparire di sinistra?»
Per la sinistra bolognese, tuttavia, le novità sugli ospiti vanno oltre la foto incriminata di Bignami: «Il Partito Democratico sembra aver dimenticato anche che Fratelli d’Italia ha votato contro la risoluzione Europea sul razzismo dopo l’omicidio di George Floyd e che la sua leader ha difeso gli esponenti del suo partito che sono rimasti seduti quando il Parlamento applaudiva in piedi Liliana Segre, fatta oggetto sui social network di insulti antisemiti», scrive Palumbo sulla propria pagina Facebook. «Forse il Pd ha bisogno di confrontarsi con forze di destra per apparire di sinistra, temendo il confronto con chi di sinistra lo è realmente: infatti nessun esponente di Sinistra Unita per Bologna, che comprende anche Il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito Comunista Italiano, è stato invitato alla kermesse. O è perché noi siamo antifascisti sempre e non solo nelle feste ‘comandate’?». Il candidato alle Comunali per Coalizione Civica Detjon Begaj ha definito l’invito a Galeazzo Bignami «un pessimo scherzo che non fa ridere». Tra i dem, Davide Di Noi scrive: «Da sempre nella festa nazionale vengono invitati esponenti di partiti diversi. Nel merito io credo che invitare proprio Bignami sia un errore, farlo proprio a Bologna, città antifascista in cui lui si è vestito da nazista, poteva essere evitato». Alla Festa dell’Unità bolognese oltre alla discussa presenza di Bignami ci sarà anche quella di Igor Iezzi, deputato leghista da sempre vicino agli ambienti della destra più estrema. Entrambi parleranno il 9 settembre alle 18.15, nella Sala Nilde Iotti, partecipando al dibattito «Curare e rafforzare la democrazia, le riforme possibili».
Fonti del Nazareno fanno da scaricabarile: «Un fatto grave, ma la responsabilità è di FdI»
Intanto Fonti del Nazareno rispondono all’Ansa rispetto alla polemica che monta: «Alla Festa nazionale dell’Unità abbiamo organizzato un dibattito sui temi istituzionali con tutte le principali forze parlamentari. A ciascuna abbiamo chiesto il nome di un relatore che potesse discutere sul tema con i referenti di tutti i partiti. FdI ha dato il nome di Bignami», dicono. «E il fatto che abbia indicato un parlamentare della Repubblica che, tra le altre cose, in passato è stato responsabile dell’inqualificabile e orribile gesto di vestire una divisa nazista è la conferma che molti dirigenti di quel partito non hanno fatto i conti con il nazifascismo». Sulla foto di Bignami vestito da nazista, replicano, «è molto grave ma è evidentemente una responsabilità loro, non certo nostra. Riteniamo opportuno discutere pubblicamente con le principali forze parlamentari del destino delle istituzioni, così come confermiamo la assoluta incompatibilità politica del Pd con le forze della destra anti-europea, sovranista e post-fascista».
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