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L’Inps non riconosce la quarantena: perché lavoratori e aziende rischiano un salasso di 1.000 euro

25 Agosto 2021 - 09:00 Redazione
inps quarantena
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La sorveglianza attiva o fiduciaria non più rimborsata nel 2021. Le imprese dovranno coprire il mancato riconoscimento dell'isolamento come malattia. Altrimenti a pagare saranno i dipendenti

L’Inps non riconosce più la quarantena come malattia per i positivi al Coronavirus e ora lavoratori e aziende rischiano un salasso fino a mille euro. La cosiddetta sorveglianza attiva o fiduciaria verrà rimborsata per l’anno 2020 ma non per quello in corso, come ha comunicato l’istituto di previdenza il 6 agosto scorso. E questo perché il governo non ha stanziato le risorse per il 2021. Le aziende dovranno inevitabilmente ”coprire” il mancato riconoscimento, da parte dell’Inps, delle prestazioni pagate in durante le assenze per malattia e, fino allo scorso 6 agosto, riconosciute anche a chi, per legge, viene obbligato a restare nel proprio domicilio, quindi senza poter lavorare, nel caso di contatto stretto con persona contagiata da Covid-19.

Se le aziende non copriranno le prestazioni Inps per i lavoratori ci sarà un danno in busta paga tra i 600 e i 700 euro in media per 10 giorni di assenza. Considerando tre settimane di assenza, invece, cioè il periodo più lungo per l’isolamento fiduciario con scarsi sintomi – che corrispondono a 15 giorni lavorativi – la retribuzione mensile potrebbe calare di 950-1.000 euro. Per le imprese si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei ‘buchi’ nelle retribuzioni dei dipendenti.

Quanti lavoratori rischiano il taglio dello stipendio? Secondo la Repubblica nei primi sei mesi di quest’anno 200 mila addetti sono finiti in sorveglianza attiva per i sintomi di Covid-19, ma il dato è una stima che parte dalla proporzione di 4,5 lavoratori per ogni infetto. Nel 2020 circa 1 milione di lavoratori è rimasto in quarantena per un totale di 13 milioni di giorni di malattia, il 9% dei 145 milioni di giorni di malattia complessivi, un numero a sua volta del 20% più alto del 2019. I certificati di quarantena sono stati 1,7 milioni per 13,7 giorni medi per lavoratore e 7,9 giorni medi a certificato. I contagi Covid sul lavoro sono da inizio pandemia al 30 giugno scorso 176.925 con 682 morti, per lo più tra i sanitari.

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