Date, numeri, dichiarazioni: la mappa delle evacuazioni da Kabul Paese per Paese
Deadline: 31 agosto 2021. Prima di allora, tutte le forze straniere dovranno lasciare l’Afghanistan. O meglio, abbandonare l’aeroporto di Kabul, ultima roccaforte dell’Occidente nel Paese mediorientale. Gran parte degli Stati ha già concluso le operazioni di evacuazione. Gli Stati Uniti si sono dati delle tempistiche perfettamente in linea con l’ultimatum dei talebani. Dei Paesi Nato, forse solo alla Turchia sarà concesso di restare più a lungo sul territorio: gli studenti con barba e turbante hanno chiesto a Recep Tayyip Erdoğan di assumere la gestione dello scalo aeroportuale. Ankara non ha ancora preso una decisione, considerando anche che la variabile Isis rende lo scenario afgano ancora più imprevedibile. In questo contesto, alcuni Paesi hanno scelto di lasciare subito l’Afghanistan, altri stanno provando a mantenere una minima presenza, tentando la strada della diplomazia con i talebani. Ecco, Stato per Stato, come sta procedendo l’evacuazione da Kabul.
Australia
Scott Morrison, primo ministro australiano, ha dichiarato oggi, venerdì 28 agosto, che l’Australia ha evacuato 4.100 persone, tra cui oltre 3.200 cittadini australiani o afgani con visti australiani. Le operazioni sono durate nove giorni, con l’ultimo volo decollato prima degli attacchi terroristici all’aeroporto.
Austria
L’aviazione austriaca non ha partecipato alle procedure di evacuazione di Kabul: Vienna ha fatto affidamento sulla Germania – principalmente – e su altri partner europei per mettere in salvo le persone con cittadinanza o residenza austriaca. Ad oggi, 89 persone sono rientrate nel programma di salvataggio austriaco, mentre una trentina si troverebbe ancora in Afghanistan.
Belgio
Il primo ministro Alexander De Croo ha dichiarato – giovedì 26 agosto – che il Belgio ha concluso le operazioni di evacuazione. Poco più di 1.400 persone sono state evacuate, con l’ultimo volo che è ha fatto scalo nella capitale pakistana, Islamabad.
Canada
Il capo di stato maggiore della difesa, il generale Wayne Eyre ha dichiarato concluse le operazioni giovedì 16 agosto, il Canada ha portato fuori dall’Afghanistan – o aiutato nell’evacuazione – circa 3.700 cittadini canadesi e afgani.
Danimarca
Mercoledì 25 agosto la Danimarca ha effettuato il suo ultimo volo di evacuazione da Kabul. A bordo, il personale diplomatico e militare, ultimo a lasciare il Paese. Dal 14 agosto, quando sono partite le procedure per lasciare il Paese, la Danimarca ha trasportato in aereo circa mille persone.
Emirati Arabi Uniti
Gli Emirati Arabi Uniti, al giorno di giovedì 26 agosto, hanno aiutato a evacuare 36.500 persone, di cui 8.500 sono arrivate negli Emirati Arabi Uniti tramite i suoi vettori aerei.
Francia
La Francia ha iniziato le evacuazioni dei suoi cittadini già dallo scorso maggio, quando secondo la propria intelligence la situazione nel Paese andava degenerando irrimediabilmente. Ciò ha causato a Parigi alcune critiche dagli altri partner europei, per il fatto di essersi mossa in anticipo e da sola. Ad ogni modo, dall’inizio di questa settimana, più di 100 cittadini francesi e oltre 2.500 afgani hanno raggiunto il suolo francese dopo essere stati evacuati da Kabul. Le operazioni di evacuazione si chiuderanno domani, sabato 28 agosto.
Germania
La Germania ha chiuso il suo ponte aereo con Kabul giovedì 26 agosto, dopo aver evacuato 5.347 persone, ci cui oltre 4.100 sono afgani. Quando i talebani erano appena entrati a Kabul, le autorità tedesche avevano affermato di voler evacuare circa 10mila persone, tra cui collaboratori con le forze straniere, giornalisti e attivisti per i diritti umani. Non è chiaro quanti cittadini tedeschi siano rimasti in Afghanistan: mercoledì 25 agosto, il ministero degli Esteri Heiko Maas aveva fissato il numero a oltre 200.
India
L’India ha trasportato tramite il proprio ponte aereo 565 persone dall’Afghanistan: la maggior parte di essi lavorava nell’ambasciata indiana a Kabul. Tratti in salvo anche una ventina di afgani sikh e indù che risiedevano nel Paese.
Irlanda
Giovedì 26 agosto sono stati evacuati 36 cittadini irlandesi che stavano completando una missione consolare a Kabul. Ma il ministro degli Esteri sta cercando una soluzione per trarre in salvo circa 60 cittadini e familiari irlandesi più altri 15 cittadini afgani con residenza irlandese che sono ancora nel Paese e hanno richiesto assistenza: una cifra molto più alta di quella stimata inizialmente.
Italia
Numeri più grandi rispetto alla vicina Francia: l’areonautica militare italiana è riuscita a portare – dato fermo al 26 agosto – 4.832 afgani fuori da Kabul. Circa 4.575 sono già atterrati in Italia. L’ultimo volo italiano, un C-130 con a bordo una cinquantina di afgani più gli ultimi cittadini italiani a Kabul, decollerà il pomeriggio del 27 agosto, dopo l’ora di pranzo.
Nuova Zelanda
Le forze militari neozelandesi hanno effettuato tre voli da Kabul, l’ultimo dei quali era partito poco prima degli attacchi kamikaze del 26 agosto. Al momento delle esplosioni, hanno affermato fonti del governo, nessun cittadino neozelandese o con visto per la Nuova Zelanda si trovava nell’aeroporto. In totale, sono circa 300 le persone evacuate dal Paese dell’emisfero australe.
Paesi Bassi
Il governo olandese ha dichiarato giovedì di aver evacuato 2.500 persone dall’Afghanistan dal 15 agosto, di cui circa 1.600 portate nei Paesi Bassi. L’ambasciatore dei Paesi Bassi è partito giovedì, 26 agosto, con l’ultimo volo. Le autorità olandesi hanno dichiarato di non avere più alcuna presenza consolare nel Paese mediorientale.
Polonia
Stando a quanto dichiarato dal primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, le forze armate del Paese sono riuscite a portare via da Kabul circa 900 afgani, di cui circa 300 sono donne e 300 sono minori.
Qatar
Il Qatar, giovedì 26 agosto, ha dichiarato di aver aiutato a evacuare più di 40mila persone che hanno raggiunto Doha: «Gli sforzi di evacuazione continueranno nei prossimi giorni in collaborazione con i partner internazionali», hanno dichiarato le autorità del Paese.
Regno Unito
La presenza del Regno Unito, dopo quella statunitense, era la più importante nel Paese mediorientale. Senza aspettare gli Stati Uniti, la Difesa britannica ha scelto di concludere le operazioni di evacuazione entro la serata di venerdì 27 agosto, al massimo la mattina seguente. Gli ultimi sforzi sono concentrati sull’evacuazione dei cittadini britannici e dei loro collaboratori già autorizzati a partire e che si trovano all’interno dell’area aeroportuale. I funzionario del Regno Unito hanno smesso di contattare connazionali o partner della missione rimasti fuori dallo scalo. Londra intende arrivare a 15mila evacuazioni totali sulle oltre 100mila garantire finora da tutti i Paesi coinvolti nell’operazione afgana.
I media britannici scrivono che sono circa 1.100 i collaboratori locali dei britannici, considerati a rischio di rappresaglie da parte dei talebani, che non riusciranno a partire. Anche 200 cittadini del Regno Unito non partiranno da Kabul, ma in questo caso sembrerebbe che abbiano scelto loro di restare nel Paese. Finora, la Gran Bretagna ha evacuato più di 13.700 cittadini britannici e afgani, rappresentando il secondo ponte aereo più grande dell’aeronautica militare del Paese dopo il ponte aereo di Berlino, nel 1949.
Spagna
Gli ultimi due aerei militari olandesi sono atterrati – con a bordo 81 cittadini spagnoli – a Dubai, la mattina del 27 agosto. Sui due velivoli, hanno viaggiato anche quattro soldati portoghesi e 83 afgani che avevano lavorato con i Paesi Nato. In totale, nella missione di salvataggio, Madrid ha evacuato 1.898 afgani che avevano lavorato con i paesi occidentali, le Nazioni Unite o l’Unione europea.
Stati Uniti
Nelle fasi più importanti della missione, le truppe statunitensi in Afghanistan sono arrivate ad avere 15mila unità. In seguito agli accordi di pace con i talebani, gli americani hanno iniziato a ridurre la propria presenza sul territorio. Il 18 giugno 2020, i soldati americani presenti erano 8.600. Da lì in poi, la quota di marines è andata diminuendo. I soldati rimasti, adesso, gestiranno lo scalo aeroportuale di Kabul fino al 31 agosto. Negli ultimi due giorni, hanno detto fonti del Pentagono, la priorità sarà rimuovere o distruggere l’equipaggiamento militare statunitense, così da evitare che finisca nelle mani dei talebani. Da quando sono iniziate le procedure di evacuazione, gli Stati Uniti sono riusciti a portare via da Kabul 4.500 famiglie statunitensi. Il 27 agosto, a quattro giorni dall’ultimatum, ci sarebbero ancora 1.500 cittadini americani su suolo afgano.
Svizzera
La Svizzera, come l’Austria, si appoggia ad altri Paesi per l’evacuazione. Sono le aviazioni di Germani a e Stati Uniti che hanno contributo a far uscire dall’Afghanistan 292 persone legate al Paese elvetico. Dovrebbero restare a Kabul 15 cittadini svizzeri per i quali non sarebbe previsto il rientro in patria.
Turchia
Al momento è l’unica forza straniera a cui i talebani hanno chiesto di rimanere nel proprio territorio, per aiutarli nella gestione dello scalo aeroportuale. Recep Tayyip Erdogan ha detto alla stampa che non ha ancora deciso se accettare o meno la proposta. Ad ogni modo, il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu non ha fermato le procedure di evacuazione che, dall’inizio di questa settimana ad oggi, hanno portato lontano da Kabul circa 1.400 persone, tra cui un migliaio sarebbero cittadini turchi.
Ungheria
Giovedì 26 agosto, l’Ungheria ha sospeso le evacuazioni dall’Afghanistan, dopo aver trasportato in aereo 540 persone, inclusi cittadini ungheresi, afgani e le loro famiglie che in precedenza avevano lavorato per i militari di Budapest. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Tibor Benko.
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