Cosa dice l’ultimo studio israeliano sulla correlazione tra vaccini a mRNA e rari casi di miocardite
Un team di ricercatori israeliani ha pubblicato un ampio studio sul New England Journal of Medicine, che sarà di grande aiuto per fare chiarezza sulla correlazione tra i vaccini a mRNA contro il nuovo Coronavirus e alcuni casi di miocardite. In merito a questo potenziale evento avverso, gli autori giudicano limitati gli studi che hanno portato all’approvazione del vaccino di Pfizer, in quanto sarebbe «necessaria una valutazione della sicurezza del vaccino mRNA BNT162b2 rispetto a un’ampia gamma di potenziali eventi avversi». Lo studio suggerisce una correlazione, per quanto non possa accertarne la causalità, confermando però che il rischio per i non vaccinati che si infettano è notevolmente maggiore.
I benefici superano di gran lunga i rischi
È bene precisare che lo studio non è affatto in contraddizione coi risultati dell’indagine condotta dall’EMA, a seguito di sospetti casi di miocardite e pericardite associati al vaccino. L’Ente europeo non aveva trovato un nesso causale, accertando che i rischi fossero di gran lunga compensati dai benefici:
«Tra le fonti del Comitato, c’è una recente revisione di 145 segnalazioni di miocardite e altre 138 di pericardite. Precisiamo a questo proposito che il 31 maggio 2021 sono state somministrate 177 milioni di dosi con Pfizer e 20 milioni con Moderna. In tutto si contano cinque morti correlate, tutte persone anziane e con altre patologie. Per tutti gli altri casi, gli esperti hanno notato che il decorso dei due eventi avversi è molto simile a quello tipico e può migliorare col riposo e appositi trattamenti».
Come è stato svolto lo studio
I ricercatori si basano sul database della Sanità israeliana. Si tratta di dati osservativi del Clalit Health Services (CHS). I gruppi di vaccinati e non vaccinati non sono stati selezionati in maniera randomica. Sono state considerate le segnalazioni di «potenziali» eventi avversi, dividendo tra chi aveva ricevuto o meno il vaccino entro 42 giorni. Per il controllo i ricercatori hanno considerato infetti da SARS-CoV-2 e non infetti che presentavano i medesimi eventi avversi. Miocardite e pericardite sono una parte di questi fenomeni, ed è assodato che siano associate ai casi Covid, anche dopo la guarigione. Precedenti studi israeliani non avevano trovato un collegamento accertato con Pfizer. Idem dicasi per i casi riscontrati dai CDC americani. La miocardite e i problemi cardiovascolari in generale, hanno già altri fattori di rischio noti, che in un contesto di vaccinazione di massa, creano un rumore di fondo, ed è noto che la miocardite possa essere associata a una infezione.
«Nell’analisi della vaccinazione – continuano i ricercatori – i gruppi vaccinati e di controllo includevano ciascuno una media di 884.828 persone [per un totale di oltre 1,7 milioni di soggetti]. La vaccinazione era più fortemente associata ad un elevato rischio di miocardite […] 2,7 eventi per 100.000 persone […] L’infezione da SARS-CoV-2 era associata a un rischio sostanzialmente aumentato di miocardite […] 11,0 eventi per 100.000 persone».
Cosa suggeriscono i ricercatori
Considerati gli ampi campioni, non è possibile da questo studio – per come è stato svolto – escludere la casualità nei pazienti vaccinati, senza contare che i ricercatori non possono accertare se tra i vaccinati vi fossero casi asintomatici (non significa in questo caso “assenza di sintomi”), non rilevabili nel database. Non di meno, anche considerando queste cifre come perfettamente rispecchianti la realtà, abbiamo un rischio decisamente più elevato e correlato ad altri eventi avversi gravi nei casi Covid. Lo studio suggerisce che i vaccini a mRNA siano collegati a un rischio aumentato di miocardite. Sappiamo che questa risulta lieve nella maggioranza dei casi, in prevalenza giovani. Diversamente, chi si infetta e sviluppa la Covid ha un rischio notevolmente maggiore di incorrere nella miocardite.
Lo studio dimostra che i vaccini a mRNA provocano in una minoranza di persone eventi avversi come la miocardite? No, per come è stato svolto lo studio non è possibile accertare un collegamento causale. Non di meno, sappiamo che è teoricamente possibile una quota di auto-immunità che porterebbe in rari casi alla miocardite; quella post-infettiva resta la più accertata e frequente nella popolazione giovane maschile, anche a causa di altri virus, come quelli gastroenterici.
Foto di copertina: EPA/Antonio Lacerda | The city of Rio de Janeiro begins to vaccinate 17-year-old adolescents with Pfizer, for the fight against Coronavirus. The delta variant, which was first identified in India and is already present in 135 countries around the world, is responsible for 72% of new infections in Rio, which has made the city the epicenter in Brazil of this strain, according to experts.
Leggi anche:
- «La FDA non ha approvato il vaccino Pfizer»: le fake news del senatore Paragone
- Il 60% dei vaccinati con Pfizer e Moderna a rischio morte? La teoria senza prove del dottor Hoffe
- No! I dati israeliani non dimostrano che l’efficacia del vaccino Pfizer è «vicina allo zero»
- Miocardite e vaccini a mRNA, Ema: infiammazioni al cuore molto rare dopo Pfizer e Moderna. Perché restano «sicuri»
- Il vaccino Pfizer in Israele continua a proteggere dai ricoveri, nonostante la variante Delta
- Israele, il leader dei No vax muore di Covid-19: anche dall’ospedale pubblicava video contro i vaccini