Il piano di Giani in Toscana per chiudere i No vax in casa: «Fuori dai luoghi pubblici» – Il video
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani vuole escludere i No vax dai luoghi pubblici. Con ordinanze ad hoc che potrebbero sancire il Green Pass obbligatorio anche per posti non previsti da norme dello Stato. Che sono allo studio dell’avvocatura regionale e potrebbero partire dal primo ottobre. E così, dopo l’annuncio delle 4.500 lettere di sospensione per medici e infermieri che non si sono immunizzati, ecco la decisione in arrivo, anticipata in un’intervista rilasciata a Sky Tg 24: «Chi si è vaccinato e ha dimostrato un’attenzione alla comunità è giusto che abbia più possibilità di muoversi con il green pass. Chi non si è vaccinato non può avere le stesse possibilità, è bene che stia a casa».
Il governatore contro i No vax
E ancora: «Perché se ha voluto fare quella scelta individuale si chiuda in casa a viva come una monade isolata. Io auguro a tutti coloro che non si vaccinano pur avendone sempre di più la possibilità di avere una grande crisi coscienza, perché prevale la loro dimensione egoistica. Sono liberi di farlo, ma è bene stiano a casa». Cosa prevede il piano di Giani in Toscana per chiudere i No Vax in casa? Repubblica Firenze anticipa che il governatore vuole estendere l’uso della Certificazione Verde Covid-19 agli impianti sportivi non compresi nei provvedimenti statali. E pensa anche a parrucchieri e centri estetici. Poi passerà agli uffici pubblici della Regione.
«Lotterò fino alla fine con coloro che non si vogliono fare il vaccino. Il nostro è un atteggiamento di assoluto rispetto fino al 30 settembre, dopo tiriamo le somme della nostra campagna vaccinale e chi non ha fatto il vaccino non ha più scuse», dice il presidente. Che poi va anche oltre: «Dopo quella data chi non ha fatto il vaccino sta a casa: queste persone non si provino a venire nei luoghi pubblici perché la loro non vaccinazione per scelta è una cosa inconcepibile nell’economia e nell’interesse di una comunità che vuole superare l’emergenza sanitaria».
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