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Saman disse: «Torno in comunità ma non in Pakistan». Per il fratello, l’omicidio fu ideato da altri due cugini (non indagati)

28 Agosto 2021 - 15:24 Fabio Giuffrida
saman abbas complici omicidio
saman abbas complici omicidio
Il fidanzato: «Il padre di Saman era legato alla mafia pakistana, in passato ha ucciso»

Nuove rivelazioni arrivano dal fratello di Saman Abbas, la ragazza sparita da Novellara (Reggio Emilia) tra il 30 aprile e l’1 maggio e mai più ritrovata. Il 18 giugno, nel corso dell’audizione davanti agli inquirenti che indagano sul caso, il 16enne avrebbe negato la responsabilità dei genitori nell’omicidio della sorella, sostenendo invece che l’ideazione e l’esecuzione del delitto vadano attribuite interamente allo zio Danish, a sua volta spinto da altri due cugini, non quelli già indagati. «Mio papà e mia mamma no. Non hanno mai pensato di fare questa cosa, di uccidere», ha detto il giovane. Secondo quanto emerso ieri, ha raccontato anche che il giorno della scomparsa ci sarebbe stata una riunione di famiglia per decidere come fare a pezzi la sorella. Secondo chi indaga, dunque, Saman sarebbe stata uccisa dalla sua famiglia perché avrebbe rifiutato il matrimonio in Pakistan con un cugino. La ragazza era già impegnata, in Italia, con un suo coetaneo con il quale stava pure pensando di convolare presto a nozze.

«Il padre di Saman era legato alla mafia pakistana, ha ucciso»

Saman, in una delle telefonate con il fidanzato prima della sua scomparsa, lo avrebbe avvertito della pericolosità di suo padre, collegato – diceva lei – alla mafia pakistana. Un uomo pericoloso, a suo dire, che sarebbe stato persino responsabile dell’uccisione di alcune persone sia in Italia che in Pakistan. Circostanza che, al momento, risulta impossibile da verificare. «Ho molta paura in quanto suo padre è una persona pericolosa e ho paura anche per i miei genitori che sono in Pakistan. Infatti Saman in alcune chiamate mi ha fatto chiaramente capire che suo padre ha già ucciso altre persone sia in Italia che in Pakistan», ha raccontato il ragazzo, sentito il 5 maggio dai carabinieri.

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Saman disse: «Torno in comunità ma non in Pakistan»

La decisione – senza se e ma – di Saman di rifiutare il matrimonio combinato in Pakistan avrebbe portato membri della sua famiglia ad organizzare un omicidio. Poco prima, tra l’altro, lei avrebbe detto chiaramente di essere disposta a «tornare in comunità ma non in Pakistan». Saman non aveva alcuna intenzione di cedere alle richieste dei genitori. Voleva riconquistare la sua libertà ed è proprio per questo motivo che, pochi giorni prima della scomparsa, aveva lasciato la comunità protetta per andare dai genitori, a Novellara, così da recuperare i suoi documenti che aveva «visto nell’armadio del padre, chiusi a chiave». Una scelta che, forse, le è costata la vita.

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