Incendio a Milano, la pm: «I pannelli non erano ignifughi, bruciavano come cartone». Il racconto di un inquilino: «Così ho dato l’allarme»
I pannelli di rivestimento del grattacielo milanese di via Antonini andato a fuoco ieri pomeriggio, in un incendio che non ha causato vittime o feriti, sono «bruciati come il cartone»: così gli inquirenti che indagano sulle cause e sulle responsabilità del maxi rogo spiegano che «evidentemente» il materiale con cui sono stati realizzati non era ignifugo. La facciata ha preso fuoco «come un fiammifero» e in meno di 30 minuti è stata divorata dalle fiamme, hanno raccontato gli abitanti del palazzo di via Antonini per descrivere la violenza dell’incendio che ieri 29 agosto ha distrutto le loro case. Alcuni residenti hanno dormito in un hotel questa notte a pochi metri da quella che era la loro casa e ancora oggi non si spiegano come possa essere accaduto e chiedono che vengano stabilite presto le responsabilità. «Ero appena tornato a casa dalle vacanze, ho sentito un forte odore di fumo già sul pianerottolo, mi sono affacciato dalla finestra e ho visto le volute di fumo provenire dall’appartamento di sotto al quindicesimo piano», dice un inquilino del sedicesimo piano agli investigatori. Ha telefonato ai vigili del fuoco, ha bussato a più porte per allertare gli altri inquilini e decisiva per diffondere l’allarme, stando al suo racconto, è stata una chat creata tra i condomini.
Nel pomeriggio di lunedì è arrivata l’ulteriore conferma dell’assenza di vittime nel rogo: «L’accesso è stato eseguito fino al dodicesimo piano al momento manualmente. Si conferma che non ci sono vittime che è la cosa più importante, se non un cagnolino», ha detto il magistrato Tiziana Siciliano, che ha fatto un sopralluogo sul luogo del palazzo. «Gli ultimi due piani verranno raggiunti e questo deve ovviamente essere fatto nella massima sicurezza perché a noi interessa che i vigili del fuoco agiscano in sicurezza», ha aggiunto. «I droni ci stanno consentendo di avere delle immagini molto buone anche all’interno degli appartamenti e credo che in tempi molto ragionevoli».
Augusto Bononi, l’amministratore del condominio di via Antonini, ha confermato che le fiamme «sono partite dal quindicesimo piano. Sembra che la famiglia non ci fosse da due settimane come mi ha detto il custode», ha raccontato Bononi. «Sull’innesco dell’incendio lo stanno verificando le autorità da quello che si vede dai video sarebbe interno all’appartamento».
Prosegue intanto l’intervento dei vigili del Fuoco di Milano, che via Twitter stanno raccontando il lavoro che stanno facendo in via Antonini: «Ispezionata gran parte degli appartamenti, in corso la messa in sicurezza di tutta l’area». In un video viene mostrata la rimozione del materiale bruciato caduto dal grattacielo sui tetti delle abitazioni vicine. Mentre le squadre proseguono le operazioni di messa in sicurezza, «è già operativo il nucleo investigativo antincendi» per accertare le cause del rogo.
Quello della messa in sicurezza degli edifici, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, «è un problema che deve essere preso in considerazione. Bisogna cercare di intervenire subito affinché situazioni di questo genere non possano ripetersi. Una volta l’abilità e la velocità degli interventi è servita a evitare una tragedia, evitiamo una seconda volta», ha commentato Fontana. «Credo che si debba essere più rigorosi, si debbano applicare le norme in maniera più attenta».
Anche l’archistar Stefano Boeri, progettista del Bosco Verticale, uno dei grattacieli diventati simbolo di Milano, ha commentato su Instagram il maxi incendio di ieri. «La velocità con cui i pannelli di rivestimento della facciata prendono fuoco mi ricorda il terribile incendio della Grenfell Tower a Londra» ha scritto ricordando il rogo nel grattacielo di 24 piani che era avvenuto nella Capitale inglese il 14 giugno 2017, dove erano rimaste uccise 72 persone.
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