Dallo spot sparisce il «porca puttena» di Lino Banfi, vince il Movimento dei genitori
Quel “porca puttena”, pronunciato dall’attore Lino Banfi nella pubblicità di TimVision, in rotazione sulle reti nazionali, non era piaciuto al Moige (Movimento italiano genitori) che si era subito attivato, dopo le segnalazioni di alcune famiglie, scrivendo direttamente all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria e al Comitato Tv. Una richiesta che ha avuto esito positivo. Quell’esclamazione, infatti, non la sentiremo più: “porca puttena” è stato censurato e d’ora in poi andrà in onda la versione tagliata della pubblicità. Banfi, di fatto, nella pubblicità di TimVision inveirà in maniera più contenuta contro la sua antenna non funzionante. Non dirà più “porca puttena”. Una frase, quella di «porca puttena», che non è altro che un tormentone del comico pugliese con un chiaro richiamo al film cult “L’allenatore nel pallone”. Una frase ritornata in auge dopo l’esultanza di Immobile e Insigne che, nel corso degli Europei 2020, avevano omaggiato l’attore ripetendo proprio quelle due parole (incriminate). «Sono felicissimo. È come se mi avessero dato un premio, un David di Donatello. Io ero lì, con la mia famiglia davanti alla tv sperando che dicessero “Porca puttena” ed è successo», aveva raccontato Lino Banfi in un’intervista a Open.
Cosa non è piaciuto al Moige
Ma allora cosa non è piaciuto al Moige? Come mai hanno chiesto la censura di quella frase? «È proprio questa espressione, ovvero ciò che rende sgradito lo spot alle famiglie e ai minori, ad aver richiamato l’attenzione del Moige: sembra infatti che, affinché lo spettatore a casa non si annoi, sia necessario ravvivare l’interesse con qualcosa che possa scandalizzare o almeno catturare il pubblico. Una soluzione antiquata e sulla lunga controproducente per le stesse aziende, associate a riferimenti trash nell’immaginario dei clienti, che consigliamo fortemente di non reiterare. In una tv già subissata da contenuti volgari e inadatti ai minori, non si sente davvero bisogno di un ulteriore dose di cattivo gusto e volgarità: e non è possibile derubricare un’esclamazione del genere trasformandola in un motto di spirito o in una forma ironica, giocando magari sul personaggio – amatissimo – di Oronzo Canà. ‘Le parole sono importanti’, diceva Nanni Moretti, e in questo caso le parole scelte per lo spot di TimVision appaiono chiarissime e assolutamente non fraintendibili», ha spiegato il Moige.
E infine: «Oggetto dell’intervento è stato lo spot Tim, non il suo protagonista, e che oggetto della richiesta è stata non la cancellazione dai palinsesti e dal web della clip TimVision ma l’esclusione dal circuito dei minori, come doveroso in questi casi. Non si è trattato quindi di una richiesta di censura, come erroneamente riportato da alcuni osservatori, né di un qualsiasi attacco o denuncia personale a Lino Banfi, personaggio amatissimo da tutti gli italiani: si è trattato di una semplice richiesta/segnalazione di mostrare agli adulti uno spot adatto agli adulti».
La replica di Tim
Tim, in una nota inviata a Open, precisa che non risulta «nessun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria o del Comitato Media e Minori e che pertanto non vi è stata nessuna censura. La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio».
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